Darsi obiettivi è fondamentale, di primaria importanza.
“Se puoi sognarlo, puoi farlo“. Walt Disney
Meglio però parlare di obiettivi e non sogni, questi ultimi alludono a qualcosa di quasi irrealizzabile.
Gli obiettivi sono terreni, vividi, concreti, e si riferiscono alla realtà.
Quello che conta è dare ordine alla mente.
Essa tende per sua natura al disordine e caos.
Più viviamo la vita senza una direzione, una missione, un obiettivo chiaro e più l’entropia aumenta.
La mente viene sopraffatta da una miriade di idee e compiti ritenuti urgenti: perseguire i propri obiettivi non diventa più una priorità.
Rispondere a messaggi, scrollare la homepage dei social, guardare le storie, impegnarsi in un lavoro ripetitivo e senza prospettiva di crescita, la spesa, le pulizie, gestione dei figli (per chi ne ha) e la famiglia, gli amici, guardare la tv etc.
E la giornata è finita, così come la motivazione è sempre più bassa, fino ad entrare in uno stato di intorpidimento mentale e fisico che diventa la nuova normalità.
Ci sono invece un’altra categoria di persone già sportive, anche assidue, che però si ritrovano a chiedersi il perché di quella fatica e impegno. Svegliarsi presto, rinunciare ad alcune uscite, seguire una corretta alimentazione e programma di allenamento etc.
Sorgono sempre più dubbi e si inizia a pensare: “Sarà tempo perso, non ho avuto i risultati sperati, non devo vincere gare o diventare un professionista, non è un lavoro, devo stare con la famiglia, non ho voglia, devo fare altre cose etc”
Spesso l’abbandono di uno sport o di una propria aspirazione affonda le cause nella mancanza di obiettivi concreti e definiti, raggiungibili e ben programmati.
L’altro motivo può essere quello di non vedere risultati nell’immediato.
E questo vale anche nel campo del dimagrimento, lavoro, alimentazione etc.
L’ultima ragione può riguardare il dedicarsi allo sport da tempo ma essere fermi in una fase di plateau dove non ci sono più miglioramenti.
Se mi ritrovo in una di queste fasi (già sportivo) oppure vorrei partecipare o migliorare i tempi in un evento sportivo (competitivo o meno) questa lettera fa per te.
La Scienza della Realizzazione
Creare ordine dal disordine è una vera e propria arte, si diventa gli artisti e autori della propria vita, il demiurgo che plasma a piacimento e volontà gli eventi presenti e futuri.
La persona saggia che crea valore dal niente, la soluzione dal problema, il senso dal non-senso, la felicità dalla depressione.
Tutto questo è possibile quando stabiliamo a monte cosa vogliamo dalla nostra vita, rapporti sociali, sport, compagno/a, lavoro-professione e passioni.
Non basta però darsi degli obiettivi.
Bisogna prima esplorare tutte le possibili scelte, ponderare al massimo quello che si sta per decidere: siamo quello che facciamo, e non altro che la somma delle nostre abitudini.
Alla base ci deve essere una forte passione, chiediamoci se è veramente quello che vogliamo.
La risposta deve essere: “certamente sì!” (HELL YEAH!), altrimenti rivalutiamo se è davvero quello che fa per noi.
Una volta che ho fissato l’obiettivo nella mente, scritto, internalizzato, valutato, e tutto quello che si può fare, a questo punto è il momento di dimenticarci dell’obiettivo finale.
Sembrerà bizzarro, ma bisogna smettere letteralmente di pensarci e non considerare il risultato cui aspiriamo con tutto il cuore.
Un esempio può essere un paziente che vuole il dimagrimento o uno sportivo che ricerca la massima performance per una gara.
Ora infatti è il momento di concentrarsi sulla routine, il processo, la nuova abitudine, tutti gli step, le piccole azioni quotidiane e l’esercizio richiesto per avvicinarsi a quel tipo di obiettivo pre-stabilito.
E’ altresì importante che gli obiettivi posti siano precisi, circoscritti, ben definiti, e soprattutto raggiungibili, applicabili nella routine, non troppo lontani dalle nostre caratteristiche e possibilità.
Se non ho mai partecipato ad una gara di ciclismo o podistica non partirò da una gran-fondo o da una maratona, così come se mi sto allenando nel triathlon sarà meglio non cominciare con l’Ironman.
Partiamo piuttosto da una corsa non competitiva, anche solo di qualche km, dal percorso corto di un evento cicloturistico non agonistico, o da un super-sprint (distanza più breve) di triathlon o di qualsiasi altro sport.
Se ci stiamo allenando per il dimagrimento o il ritorno in forma, o perché appassionati di quello sport, preparare e partecipare ad un evento di questo genere faciliterà l’abitudine all’allenamento e darà un senso logico e compiuto alle nostre azioni.
Faciliterà anche la sana alimentazione, il corretto riposo e recupero, gestione dello stress e tutte quelle pratiche che ci avvicineranno alla buona riuscita di quell’evento.
Aderire ad un programma alimentare potrebbe essere più semplice del previsto quando abbiamo questo genere di appuntamenti.
Grazie al piano nutrizionale raggiungerò i miei fabbisogni di proteine, lipidi, micronutrienti, ferro, acqua etc. ed energia. Anche gli obiettivi di peso, di estetica e/o performance.
“Siamo animali sociali che per vivere a pieno hanno bisogno di OBIETTIVI alla stregua del cibo, acqua e ossigeno.”
Samuele Valentini
I nostri antenati si davano obiettivi di caccia, spostamenti, partner, costruzioni, sociali e tanto altro.
L’Arte della Pianificazione
Nel mio caso per esempio sto preparando una competizione di ultra-ciclismo, nel gergo del settore randonèè, cioè gare che superano anche le distanze delle classiche gran-fondo (è una impresa solo portarle a termine).
Mi sono auto-prescritto un programma alimentare sulla base dei miei obiettivi di performance (sono nutrizionista di professione), cercando di raggiungere ogni giorno l’adeguatezza di energia e nutrienti, anche grazie all’integrazione di Carnivore Company (proteine e collagene, testicoli e fegato in capsule).
Regolarmente mi sottopongo all’esame della bioimpedenziometria per conoscere la mia composizione corporea e regolarmi con la mole di allenamento, dieta e gestione del recupero.
Questo obiettivo mi stimola ad allenarmi costantemente, sfruttare i week-end per condurre imprese sportive, simulando le distanze e le difficoltà della gara, dormire 7-8 ore e gestire al meglio lo stress della vita quotidiana.
Verifico che il mio stato di salute nutrizionale sia corretto con le analisi del sangue, calcolo l’apporto di carboidrati all’ora per le mie uscite di ciclismo, e mi preoccupo del giusto reintegro con proteine del manzo grass-fed e collagene puro bovino di Carnivore Co.
Curo personalmente i dettagli per la performance, nutrizione e integrazione soprattutto perché ho degli obiettivi e sto preparando delle competizioni.
Tuttavia non c’è bisogno di partecipare ad un Ironman, pedalare randonèè o imprese estreme per seguire questi principi di salute e porsi degli obiettivi.
Muoviamoci con anticipo. Iscriviamoci, saldiamo già l’evento, e iniziamo subito a prepararlo.
Chi può accedere a un programma di allenamento e di nutrizione personalizzato tanto meglio, in ogni caso basterà partire anche solo dai cliché su sport e nutrizione.
Se invece sei già un agonista o avuto modo di partecipare a questi eventi, ma vorresti migliorare nelle prestazioni, tempo, velocità e piazzamento, allora continua a seguire questi contenuti (Yotube, Instagram, Newsletter) perché parleremo ampiamente di questo argomento.
Infatti anche e soprattutto chi è già uno sportivo agonista evoluto deve porsi degli obiettivi: un calendario gare stabilito, un’idea sul piazzamento e obiettivo di classifica, tipo di integrazione e nutrizione da utilizzare, così come strategie e tecniche per favorire il recupero.
Obiettivi sia a breve che a lungo termine. Ed anche brevissimo e lunghissimo.
Alla base un filo conduttore che accomuna le azioni quotidiane.
A breve si intende obiettivi giornalieri: cosa fare quotidianamente per arrivare ad un obiettivo più grande, così come anche mensili, trimestrali, semestrali e annuali.
Non dobbiamo lasciare assolutamente che il caso, la sorte, gli eventi, o le altre persone prendano il sopravvento e decidano per noi.
Dobbiamo diventare in prima persona gli attori, conduttori e protagonisti della nostra vita e del nostro destino, plasmare la realtà sulla base dei nostri ideali e valori.
Devo domandarmi: che tipo di persona voglio essere/diventare da qui a un anno, tre, cinque e dieci?
Una volta scelto andiamo diritti per la nostra strada e non voltiamoci mai più.
Quando un ciclista esce dal gruppo con uno scatto in fuga per provare a vincere una gara, se è deciso, non si volta indietro, dà il massimo, trova collaborazione, non è titubante sulle proprie scelte e strategia, e spesso si ritrova a vincere.
Obiettivi Vividi, Azioni Decise
Come nello sport, anche nella vita e obiettivi professionali bisogna fare altrettanto.
E quando avrete deciso per quell’evento, quei valori, comportamento, dieta, allenamento, gare, amici e partner, non voltatevi più indietro, non fatevi scoraggiare da niente e nessuno.
Durante il percorso per il successo, o il gap che ci separa dall’obiettivo, possono capitare imprevisti, incidenti, passi indietro, e altri inconvenienti.
La motivazione può calare e con sé emozioni e pensieri possono essere contrastanti, prendere il sopravvento. Molte persone potrebbero scoraggiarci, dire il loro parere, commentare, consigliare, o raccomandarci, a volte ostacolarci.
Ricordate che è solo la loro opinione, frutto delle loro esperienze, situazioni, modo di pensare, cultura etc, insomma un altro mondo rispetto al nostro. Anche se si tratta dei nostri familiari.
Ci sono aspetti della nostra vita che non si possono spiegare.
Lasciamo che fatti, azioni e soprattutto risultati parlino per noi, senza sbandierare i nostri obiettivi con chiunque ci capiti di parlare.
“Non rivelare ad altri i tuoi sogni ed obiettivi, mostrali direttamente”.
(Don’t tell people your dreams; show them.)
Suzanne Young
Se questa è la strada che avete scelto, per la vostra salute, felicità e vita a pieno, bisogna oltrepassare, andare avanti, non dare troppo credito alle parole altrui.
Quello che conta veramente è la nostra felicità: si tratta di amore per sé stessi e non egoismo.
Anziché assecondare tutto e tutti, piegarsi agli eventi e alla volontà altrui, mettiamo per una volta al primo posto la nostra salute mentale, fisica e psichica.
Tutto il resto migliorerà di conseguenza e le altre persone ci rispetteranno ancora di più per essere stati fedeli alla nostra scelta.
Prepariamoci per un gara, competizione, grande impresa o anche semplice ritrovo sportivo.
Tutti hanno le carte in regola per fare sport e ottenere il massimo della propria prestazione fisica.
Quello che separa le persone dal raggiungere la vera performance è l’azione e la costanza, ma soprattutto la visione.
Se ho programmato la mente per il mio obiettivo, tutto il mondo, persone e situazioni risuoneranno per questo: avrò letteralmente filtrato la realtà su questa base, tutto il resto non conta più.
“Visione e visualizzazione contano alla stregua dell’azione per raggiungere i propri obiettivi”.
Samuele Valentini
Non conta il risultato finale ma la routine e il sistema che abbiamo messo in piedi per i nostri obiettivi, un castello che con le buone fondamenta sarà indistruttibile.
L’azione scaccia via tutti i pensieri e ci mette a contatto con la realtà vera, nuda e cruda. Non quella che abbiamo calcolato, prospettato o immaginato.
Dal risultato possiamo raccogliere una miriade di feedback che ci saranno utili per le prossime mosse e obiettivi.
Stiamo sperimentando e il fallimento fa parte del processo di crescita, per tanto non dobbiamo considerarlo tale.
Se partecipo ad una gran-fondo di ciclismo e non riesco a terminarla per crampi o crisi di fame non sarà una sconfitta, anzi.
Ci insegnerà che per la prossima volta dovremo gestire meglio forze ed energie, integrazione e rifornimento energetico, ma anche allenamento settimanale, o che forse non siamo ancora pronti per quello sforzo.
Un gran bel giorno scoprirò di riuscire a concludere la stessa identica competizione in minor tempo, con migliori risultati e senza l’accenno di crampi o crisi di fame.
Non è fantascienza, bensì fisiologia umana: ci adattiamo agli stimoli ricevuti e con l’esercizio possiamo fare miracoli.
Provare per credere.
Il potere del processo
Il primo anno di triathlon a 18 anni uscivo dalla frazione del nuoto nel gruppo degli ultimi, a volte proprio ultimo quando il livello era alto (elite).
Ero prossimo ad abbandonare questa avventura quando ho deciso di investire più tempo nel nuoto, garantendo un allenatore personale di alto livello che mi aiutasse ad acquisire più tecnica e padronanza del gesto.
Ancora all’inizio ero diffidente dei risultati (pensavo: “Il nuoto non è il mio sport, non fa per me, ho la genetica che rema contro etc”), ma poi ho capito che non mi ero dedicato abbastanza a quel gesto e che mi focalizzavo su aspetti errati, senza curare per esempio la tecnica.
Nelle gare della stagione seguente riuscivo così ad uscire dal nuoto nel gruppo subito dietro il primo, pedalare e correre al meglio fino a vincere per diverse volte la categoria, con anche ottimi piazzamenti a livello assoluto.
Avevo già iniziato a curare al dettaglio dieta e integrazione anche durante la gare e i risultati non attesero ad arrivare.
Lo stesso si verificò con il ciclismo, quando passai a questo sport dal triathlon.
Le prime gran-fondo rimanevo talmente indietro che i primi erano già arrivati da tempo. Pensavo di essere più un triathleta e che le lunghe distanze erano solo per supereroi, che fatica!
A confronto di un triathlon sprint di un’ora, 4-5 ore di gara con tante salite e sforzi mi sembrava davvero un miraggio riuscire anche solo a piazzarmi nei primi cento dei partecipanti.
Ancora una volta non mi ero dato i giusti obiettivi e spesso sbagliavo nella gestione dello sforzo. Volevo arrivare all’obiettivo troppo velocemente senza godermi gli step e il viaggio che mi serviva necessario per arrivare tra i primi della classifica.
Tra esami, lauree, e tutto quello che c’era da fare in quel momento, riuscivo però a ritagliarmi il tempo necessario per migliorare, curando sempre di più i dettagli come nutrizione, integrazione, sonno e corretto allenamento, utilizzando per esempio la fascia del cardiofrequenzimetro.
Così dopo un po’ di tempo riuscivo a piazzarmi nei primi venti delle gran fondo, fino anche nel secondo gruppo (top 15) alla gran fondo di Milano, dove risiedevo per gli studi, riuscendo a fare la differenza in una salita durissima con picchi di pendenza al 18%.
Lo stesso si era verificato anni prima con il gioco del calcio, passando dalla panchina e riserva quando ero ancora bambino, al campionato nazionale delle giovanili (primavera) di squadre professionistiche (serie C) da adolescente, dopo che tutti i giorni cercavo di migliorare tecnica e velocità, anche al di fuori delle classiche sedute di allenamento con la squadra.
Nessuno ha i superpoteri (o tutti se vogliamo) e ogni cosa è possibile se ho programmato il mio obiettivo con anticipo, la missione è definita, e soprattutto applico giornalmente le azioni necessarie per avvicinarmi ad essa.
La chiave è diventare fanatici del processo e della routine e non ossessionati dall’obiettivo e risultato finale.
Il modo migliore infatti per non raggiungere ciò che ci siamo prefissati è pensare troppo al risultato e poco alla sostanza ed azioni routinarie che ci servono per il successo.
Non rimandiamo più neanche di un giorno, il momento giusto per dare una svolta alla propria prestazione sportiva, vita professionale, stile di vita, o qualsiasi altro obiettivo è qui ed ora.
Hic et nunc, dicevano i latini.
Il mio ruolo è quello di aiutarvi a raggiungere gli obiettivi di salute e performance con la giusta integrazione, nutrizione e tecniche di Biohacking.
Vi terrò aggiornati anche sul mio obiettivo: concludere una gara estrema di ultra-ciclismo in programma per il primo Giugno 2024, la RANDONEE DEL CATRIA: 180 km per 4200 mt dislivello.
Ci sentiamo il prossimo sabato, il tuo doc.