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Scegli la tua fatica: vittoria alla mia prima Randonée

Ho fatto segnare il miglior tempo tra i partenti ad una corsa di ultra-ciclismo (Randonnée).

La preparavo da tempo, 180 km nelle Marche per 4300 mt dislivello.

7 ore di pedalata ininterrotta a scalare monti appenninici (Catria, Nerone, Petrano…)

Da solo per quasi tutta la manifestazione, in testa a condurre il passo, in fuga.

Sono voluto uscire dalla mia zona di comfort, sfidare i pregiudizi di portare a termine un’impresa da solo, al comando.

Infatti stare in gruppo/in scia in uno sport come il ciclismo è più semplice che soli, scoperti e al vento.

Qui sul canale Youtube trovi il video dell’impresa e tutti i momenti decisivi della randonnée.

Scegli la tua fatica

Ho scelto la mia fatica, lo sport è una palestra e insegnamento di vita.

Per questo il titolo della newsletter esorta a trovare la tua.

Specie nel mondo di oggi, dove è facile trovare comfort, piaceri e intrattenimento.

Passare il tempo libero fuori dal lavoro a chattare, scrollare home page dei social in cerca dell’ultimo video divertente, guardare netflix, mangiare cibo saporito e industriale.

Il divano è comodo, ma non per questo dovremmo passarci le ore.

Per non parlare dei video-game e tutti i giochi online/paly station che intrattengono milioni di utenti in tutto il mondo.

Se la giornata tipo è: alzarsi, controllare le notifiche, fare un giro sui social, mangiare una brioche piena di conservanti e latte dell’industria, andare a lavoro, per arricchire un’azienda di cui non condividiamo i valori, sottostare alle regole del nostro capo, mangiare la prima cosa che ci capita sotto i denti, merendine della macchinetta, controllare di nuovo le notifiche e i social o giocare ai video-game usciti dal lavoro, allora c’è un problema. E grande.

Non stiamo vivendo, ma subendo passivamente gli eventi, da automi, senza decidere per noi il nostro futuro.

E più la routine prosegue e più diventa un’abitudine dal quale è sempre più difficile uscire, una vera e propria prigione.

La dipendenza ci tiene saldi e ancorati a queste abitudini disfunzionali, come ricercare piacere nel cibo, alcol, droghe, sesso, video-game o altro.

Cambia poco in realtà, ci lasciamo guidare dagli impulsi e non diamo una direzione alla nostra vita.

Esistono ovviamente altre migliaia di sfumature meno tossiche, ma la maggior parte delle persone vive in modo simile.

Lasciando che poi medici e figure sanitarie decidano per la loro salute.

Incapaci di invertire la rotta sono costretti a prendere farmaci, rimanere in casa, in sovrappeso, depressi, e con poco autostima e forza di volontà.

Poco tempo fa poteva essere un problema della mezza età, ma oggi riguarda anche giovani ed adolescenti, costretti a prendere antidepressivi, combattendo già con ansia e attacchi di panico.

Il nichilismo delle nuove generazione è aberrante.

La carenza di attività fisica, sana alimentazione, rapporto con gli altri e vita all’aperto possono essere fattori scatenanti.

Conta anche la famiglia e l’ambiente culturale in cui si cresce, ma poi è la singola persona che deve decidere per la propria salute, performance, lavoro e tempo libero.

Scegliere la propria fatica, e quindi il proprio sport, è diventato impellente come non mai, una priorità.

E’ un investimento sul lungo termine sulla propria salute mentale, fisica e spirituale, oltre che felicità.

Per fatica si intende un’attività che faccia sudare, provare sensazioni di leggera sofferenza, e al contempo divertimento. Se trasmette solo una o l’altra non è detto che sia quella giusta.

Anche giocare a scacchi è considerato uno sport, ma non impegna il corpo (solo la mente).

Parlo di attività di resistenza, come la corsa, nuoto, ciclismo, camminata, triathlon, oppure di corpo libero, pesistica, ma anche sport di squadra.

Non basta scegliere, bisogna anche iniziare.

E per chi pratica sport già da tempo, preparare competizioni, o semplici eventi anche non competitivi, imprese sportive o altro di similare funge da incentivo per la costanza nell’attività fisica.

Il ciclista o triathleta o calciatore non storcerà il naso nel momento dell’allenamento, sa bene che è funzionale ad una verifica: la partita o la gara della domenica.

Si tratta di un test per verificare che ci stiamo allenando nel modo giusto, alimentandoci per la performance, riposando abbastanza e curando i dettagli come uno sportivo/atleta dovrebbe.

Per il body builder che deve mettere massa muscolare non sarà un problema mangiare per mesi riso, pollo e broccoli, andare in palestra tutti i giorni, e curare l’integrazione giornaliera.

Ci riesce alla grande e non pensa un istante al sacrificio e impegno dedicato.

Allo stesso modo del ciclista, che passa ore della giornata in sella sulla bicicletta, faticando sui pedali.

E a quale scopo?

Non è la domanda giusta.

Non tutto deve avere una finalità: il movimento è vita e senza di esso ci ammaliamo, per tanto è una priorità.

Non dovrebbe essere democratico, ma inserito come l’ave-maria a scuola e nei programmi scolastici, molto più che le 2 ore di motoria a settimana.

L’attività fisica è terapeutica e può curare il diabete, l’obesità, la sindrome metabolica, ansia, depressione e molto di più.

Avere uno scopo ovviamente semplifica l’aderenza ad un programma di allenamento e alimentazione, per questo parlo spesso di fissare obiettivi.

Vincere una corsa Randonnée

Nel mio caso ho scelto più sport per la mia fatica, e il ciclismo è uno di questi.

Vediamo la strategia che ho utilizzato per arrivare davanti a tutti gli altri alla randonneè del Catria.

Oltre alla tattica durante l’evento, la forza mentale e fisica, la gestione della fatica, la corretta assunzione degli alimenti e integratori, c’è tanto altro.

Anche se adottiamo queste misure, e a monte non c’è una adeguata preparazione nei mesi (o anni) precedenti, è molto difficile che il risultato sia quello sperato.

Mi sono allenato costantemente nell’ultimo anno (da aprile 2023), con la volontà di tornare a pedalare con un certo ritmo.

In media 3-4 volte a settimana, per circa 300 km settimanali, a volte più o a volte meno, in base agli impegni.

Non ho pedalato tutti i giorni, come alcuni potrebbero pensare.

Ho dato molto valore e spazio al potenziamento muscolare rispetto agli anni in cui facevo solo ciclismo e triathlon.

E l’aumento di potenza e massa muscolare è stato un elemento aggiunto, di valore, esprimendo più watt sulla bici, e recuperando meglio, prevenendo infortuni.

Per tanto alternavo sessioni di ciclismo a quelle di corpo libero, come trazioni alla sbarra e push-up e anche a quelle di sollevamento pesi, come stacco da terra, squat, panca piana.

Ho costruito un atleta ibrido.

Sembrerà strano ma se non facciamo dello sport una professione, è meglio essere dei generalisti, difendersi in tutto (o quasi) e non eccellere in niente di specifico.

La ripetizione all’infinito di un gesto atletico è vero può portare al successo, ma non è così scontato. Per eccellere bisogna essere nella top 1% dei quello sport, ed è davvero difficile, nonostante dedichiamo corpo, mente e vita a quello sforzo e obiettivo.

Meglio essere nella top 25% di più discipline, per costruire un corpo armonico, funzionale, e soprattutto non annoiarsi, senza che diventi un’ossessione.

Se la fatica scelta si trasforma in sofferenza, e poi in peso, siamo sulla strada sbagliata.

Sarà infatti più facile abbandonare.

Ci sono moltissimi casi di nuotatori, body builder o ciclisti che troncano di botto la loro passione, che non è più tale, per diventare anche in sovrappeso ed esauriti da quella attività.

Lo sport è vita e la sua funzione è ricaricarci, non risucchiare tutte le energie.

Se non siamo professionisti infatti dobbiamo anche considerare l’energia per il lavoro, la famiglia, le attività ricreative, la lettura e tanto altro.

E’ possibile coltivare più passioni contemporaneamente, e chi dice che bisogna diventare specialisti ed eccellere in una nicchia o settore sbaglia.

Lo stesso vale per il lavoro, non solo per lo sport.

Chi è specialista è più facile che venga replicato e sostituito prima di tutto dall’intelligenza artificiale, ma anche da chi è più bravo in quell’attività lavorativa.

L’altro effetto collaterale è che ci porterà alla noia, al rigetto se dobbiamo pensare di fare una specifica azione tutti i giorni per tutta la vita.

Meglio essere un corridore, nuotatore, ciclista, triathleta, sollevatore di pesi e anche altro allo stesso tempo, che un purista del body building o altro sport.

Meglio essere un divulgatore, nutrizionista, scrittore, filosofo, imprenditore, atleta e tanto altro che rinchiuderci in un’etichetta e fare per tutta la vita un’attività omologante, monotona e ripetitiva.

Sono riuscito a fare il tempo migliore alla Randonnée nonostante non avessi sulle gambe i chilometri di un ciclista che vince le gare, come 500 km/sett. e tante ore sui pedali.

Nonostante non mi sia dedicato al 100% a quell’attività, come invece in passato credevo e facevo.

Ho fatto uno scarico di carboidrati nei primi giorni della settimana, per poi reintegrarli gradualmente nei giorni prima dell’evento.

Se vuoi sapere di più sul racconto della gara ho fatto un post su Instagram.

La nutrizione per la vittoria

Per quanto all’integrazione, ho utilizzato collagene in polvere grass-fed bovino e testicoli di toro in capsule di Carnivore Company nel pre-gara, 20 g e 6 cps rispettivamente.

Il primo mi è servito come antinfiammatorio naturale per le mie articolazioni, il secondo per aumentare gli androgeni sempre in modo naturale.

Serve a poco integrare i testicoli in capsule solo il giorno della gara, bisogna fare un ciclo di 2-3 mesi prima di un evento per vedere gli effetti e avere un miglioramento della performance.

Ho fatto inoltre un ciclo di fegato in capsule (sempre 6 cps al dì) per aumentare la ferritina e vitamina B12, entrambi necessari della prestazione sportiva di lunga durata ed estenuante.

Durante le ore di pedalata ho utilizzato per la parte liquida 50 g ciclo-destrine (carboidrati a lento rilascio) in borraccia da 750 ml, mentre nell’altra borraccia sali minerali e sale marino integrale (1/3 di cucchiaino da caffè).

Poi un gel da 40 g di carboidrati ai piedi di ogni salita (erano 6 in totale), e barrette energetiche sempre a base di carboidrati sulle cime.

Durante le scalate invece mi mantenevo idratato bevendo ogni 10 minuti.

Così facendo sono riuscito a staccare il gruppo già alla prima salita, al trentesimo km, e condurre tutto il percorso da solo, al comando, fino al 150° km, ove sono stato raggiunto da due ciclisti, di cui un ex-dilettante che non era iscritto.

Abbiamo scalato insieme l’ultimo monte, e al ritorno in paese per l’arrivo sono riuscito ad avere la meglio.

Al rientro subito proteine del manzo 30 g Carnivore Co., insieme ad un piatto di prosciutto crudo e melone, dopo una ricompensa al traguardo con porchetta nostrana e pane con lievito madre.

Ora ho intenzione di dedicare un po’ più tempo all’aumento della massa muscolare, sempre alternandola però all’allenamento di tipo aerobico, nel mio caso ciclismo.

Ho già valutando i prossimi eventi ed obiettivi.

Il prossimo sarà un’altra lunghissima di ciclismo, 200 km per 2400 mt di dislivello, la Rando de Bosc, passando per la Valmarecchia e le bellezze dell’entroterra Riminese.

Programma anche tu qualcosa per questo periodo, basta anche una family run o cicloturistica, o ritrovo di appassionati del settore.

Ci vuole poco, basta buttarsi e sperimentare, se hai un adeguato allenamento e sana alimentazione.

Alla prossima newsletter.

Dott. Samuele Valentini