Prima di leggere

Accedi a un livello di conoscenza superiore con il Dott. Valentini. Scopri le ultime notizie scientifiche dalla tua mail

Rimani aggiornato su nutrizione, biohacking, integrazione e performance mentre leggi gli articoli della newsletter ufficiale (migliorerai nello sport e in salute)

Rinasci con lo SLOW LIVING: cibo vero e tempo libero

Viviamo nell’era del fast food, vita veloce, multitasking e produttività.

Non c’è tempo per leggere, fare sport, stare in natura e con i famigliari.

Scegliere il cibo giusto, cucinare e fare la spesa.

Tutto in onore della rapidità e guadagno.

Solo per citare un esempio, il tramonto della moka del caffè in favore delle cialde ben incarna il risultato a cui si è arrivati.

O andiamo al bar per fare prima.

Mangiamo la prima cosa veloce che ci capita sotto i denti, magari una brioche industriale piena di conservanti.

E lo giustifichiamo come rito sociale a cui non si può rinunciare.

Portiamo a lavoro cracker confezionati, barrette con lista infinita di ingredienti, o merendine della macchinetta.

A pranzo portiamo un pasto da casa il più veloce possibile da mangiare, visto che la pausa è breve.

Insalatona con tonno in scatola e cracker, gallette o fette wasa.

Oppure un piatto di pasta e via. In mensa così non abbiamo l’impegno di cucinare, mangiando cibo della grande distribuzione.

E la giornata prosegue su questa direzione.

Lo stesso vale nel mondo del lavoro.

Siamo cresciuti nella cultura della produttività, e ci siamo dentro fino al collo.

Fare di più e sempre più, portando avanti mille progetti insieme.

L’importante è lavorare e dimostrare che stiamo tante ore in ufficio, azienda o impegnati in progetti.

Scegliamo cibi pronti o di veloce preparazione e consumo proprio per non sprecare tempo nel mangiare, reputato di poco conto.

Anche nello sport esiste la velocità, senza curare qualità e tecnica.

Uscire per un corsa o una pedalata al massimo della velocità e nel minor tempo possibile.

Finita la sessione, subito pronti a cucinare, fare spesa veloce, pulizie, e la giornata giunge al termine.

E il giorno seguente è la fotocopia di quello prima, vissuto sempre veloce, produttivi, senza pause, come robot, in una realtà omologata e alienante.

Facciamo una pausa e riflettiamo.

Fermiamoci per un momento e chiediamoci: è questa la vita che voglio vivere (l’unica che abbiamo a disposizione)?

Si entra in questo loop del fast living dal quale diventa quasi impossibile uscirne.

La società è così impostata, gli altri fanno lo stesso, il mio capo e famigliari mi hanno detto che è la strada giusta per il futuro, allora sarà giusto anche per me.

Si vive sempre proiettati al futuro, che però non arriva mai, pensando che un giorno si vivrà finalmente la vita dei sogni, magari alla pensione.

E se cambiassimo le regole del gioco e perseguissimo felicità e realizzazione con lo SLOW LIVING?

Una vita lenta: i benefici dello SLOW LIVING

Esiste solo l’oggi e il momento presente.

E’ quello che dovremmo curare di più. Il passato è andato e non si cambia, il futuro non esiste ancora.

Slow living è un concetto che rivendica il nostro tempo, un lavoro intenso ma circoscritto, selezionato e veramente produttivo.

La scelta di uno slow food, cioè di un cibo che ha richiesto tempo per la produzione, e che ne richiede altrettanto per la preparazione.

Lo stesso vale per l’abbigliamento, rifiutando la fast fashion dell’industria della moda.

Tutto quello che è fast può fare ammalare noi e il nostro pianeta.

Conta il fatturato. Il capitalismo non si cura della salute degli uomini, animali, piante e Terra.

Quando sarà il momento di spendere i soldi guadagnati saremo già troppo in là con l’età per fare vacanze, viaggiare, ed essere attivi e propositivi.

O anche se diventiamo ricchi per avere una bella macchina, una bella casa e un bell’orologio, ci renderemo conto che non portano ad una felicità duratura.

La gratificazione veloce, come l’acquisto impulsivo, non fa che portare ad un picco dopaminico.

Lo stesso vale per il cibo industriale, creato ad hoc per dare dipendenza e comprarlo nuovamente, e ancora e ancora.

Fino a diventare in sovrappeso e con malattie metaboliche.

Poi però non basta più, arriviamo alla noia, e vogliamo di nuovo un’altra macchina, oggetto nuovo, casa nuova, nuovi sapori e così via, per alzare di nuovo la dopamina.

Per impressionare gli altri, essere consumatori, e non ottenere un reale beneficio.

Fare soldi per avere un tenore di vita elevato è egoistico e non porta a nulla.

Sarebbe diverso se fosse una naturale conseguenza del nostro impatto e impegno per il prossimo, e del nostro lavoro.

Invece l’obiettivo della maggior parte delle persone è:

  1. Lavorare per fare soldi
  2. Cambiare lavoro o lavorare di ancora di più, per fare più soldi ancora.
  3. Per spendere di più in sostanza, e dimostrare agli altri che siamo dei vincenti e ci siamo riusciti.

Il conto in banca non dice nulla sulla salute generale, relazioni, salute mentale, impatto e ruolo che si ha nel mondo, e soprattutto felicità di una persona.

Magari vogliamo fare più soldi lavorando per un’azienda che distrugge il pianeta, o la salute delle persone (è pieno di queste realtà).

Puntiamo al denaro sacrificando la nostra salute, mangiando cibo rapido e scadente, trascurando amici e famiglia, non facendo un minimo di attività fisica.

Oggi è impellente come non mai tornare a seguire i principi dello Slow living.

La società di oggi e il modus vivendi odierno è nuovo, ed è il prodotto della rivoluzione industriale.

Fino a prima il lavoro non copriva tutta la giornata, non si mangiava cibo industriale perché il Mac Donald non esisteva.

Così come la vita di città è un’artefatto del mondo moderno.

Slow Food, Slow Life, Slow Productivity

Vivere slow significa fare un passo indietro, tirarsi fuori da questa concezione e dire “no” alla realtà omologante cui siamo immersi.

Significa dare valore alla propria salute, esistenza, vita, rapporti sociali, grazie al tempo in natura, con gli altri, scegliendo cibo vero e vivendo lentamente.

Non significa smettere di lavorare, trasferirsi sull’eremo e fare vita da eremita, estranei da tutto e tutti.

Al contrario, trovare un equilibrio nella realtà in cui già ci troviamo.

Non dobbiamo per forza cambiare vita, scenario, situazione, lavoro e compagnia.

Bisogna cambiare noi come persone in primis, attuare una rivoluzione dentro e combattere la crisi interna che attanaglia l’essere umano della modernità.

Se modifico il mio stile di vita, faccio sport, mi riconnetto alla natura, lavoro meno ma meglio, cambiando personalità ed attitudine tutto il resto si adeguerà, e migliorerà di conseguenza.

Tra tutti meglio iniziare a dedicare più tempo alla scelta e preparazione del cibo, e nel seguire una dieta sana.

Fare sport ma non in modo esagerato e maniacale, per rigenerarci.

Basta anche una camminata nel parco e nel verde per avere tantissimi benefici.

A questo punto possiamo ragionare più lucidamente sulla vita che vogliamo vivere.

Ci siamo sentiti meglio mangiando cibo vero, e facendo sport.

Di conseguenza non vogliamo più abbandonare queste sensazioni di benessere duraturo.

Non vogliamo più vivere la vita di prima, e iniziamo a ritagliarci più tempo di prima per queste attività essenziali, che ho definito salva-vita.

Ho tantissimi casi ed esempi di pazienti che una volta modificato il loro stile di vita non sono più voluti tornare indietro, e selezionando di conseguenza le persone adatte per la nuova vita.

L’ambiente in cui viviamo gioca un ruolo fondamentale.

Siamo la somma delle nostra abitudini, più l’ambiente in cui viviamo.

Cultura, nostra cerchia di persone, famiglia e società influenza il nostro modo di pensare ed agire.

Scegliamo attentamente chi decidiamo di frequentare, e soprattutto quali pensieri trattenere e rinforzare, e quali invece non sono degni della nostra attenzione.

L’obiettivo è lavorare non più di un certo numero di ore al giorno, e dedicarsi a non più di 1-3 progetti contemporaneamente.

Possiamo comunicarlo anche al nostro responsabile: aggiungere un altro lavoro e dare priorità a qualcos’altro non farà che sottrarre energia, efficacia ed impegno in quello al quale stiamo lavorando.

Passare da un’attività all’altra, rispondere a mail e whatsapp, interrompere il flusso di lavoro continuamente non farà che ridurre di netto la nostra produttività.

Questo richiederà più tempo per finire i lavori, e di conseguenza più tempo in ufficio/azienda o seduto al pc.

Piuttosto meglio un po’ di lavoro alla volta, ma concentrati solo su un progetto alla volta.

Non farà che portarci ad avere più tempo libero.

Nel mio caso ho trovato un ottimo work-life balance.

Non seguo più di un tot. di pazienti, lavoro intenso e concentrato un caso alla volta, e la produttività è altissima, specie nelle prime ore della mattina.

Le visite durano il doppio rispetto a quelle dei colleghi, sempre per aumentare la qualità del servizio.

Mi sono accontentato di guadagnare meno, ma lavorare meglio.

In questo modo ho tenuto il tempo per allenarmi, leggere, rallentare il ritmo, camminare, meditare, scrivere la newsletter e i contenuti, e tanto altro.

Meglio essere equilibrati e generalisti che spostare tutta la propria attenzione su un aspetto della vita.

Essenzialismo

Come esseri umani in realtà abbiamo poche e semplici necessità.

Tutto il superfluo di oggetti, ridondanze, pensieri, case, macchine, cibo, vestiti in più, non serve a nulla, solo a riempire alla superficie una vita di poco significato.

Molto meglio investire i propri risparmi in un progetto che abbiamo a cuore, che sia sociale o di altro genere, ma che porti ad un beneficio per il prossimo, la società o l’ambiente in cui viviamo.

Magari per cambiare vita e vivere più da minimalisti.

Con meno spese infatti possiamo permetterci di rallentare il lavoro, e spendere (o meglio investire) su quello che conta di più: la nostra salute e felicità.

Non sarà l’ultimo modello di I-phone a darci felicità vera, ma il tempo libero per fare quello che ci piace.

I bisogni umani non sono tanti: riparo, cibo sano, relazioni sociali, riproduzione e movimento.

Se assicuriamo una famiglia, un tetto, abbiamo degli amici e una cucina semplice, oltre che del movimento giornaliero in natura, abbiamo la formula per la felicità.

Aggiungiamo un progetto o lavoro che ci ispira, funzionale alla società e ai bisogni altrui e dell’ambiente e avremo anche uno scopo per cui vivere.

Questa è la vita slow. Abbandoniamo tutto quello che è fast.

Riflettiamo.

Meditiamo.

Amiamo.

Rallentiamo.

Ascoltiamo.

Respiriamo profondamente.

Mangiamo cibo vero.

Riconnettiamoci alla natura.

Viviamo lentamente.

E’ il momento di cambiare vita, e lo puoi fare se prima cambi te stesso.