Essere felici con meno.
Meno pensieri, lavoro, vestiti, impegni, messaggi.
Meno allenamenti, call, riunioni, stress e caos.
Si aspira ad una carriera, una bella casa e macchina.
A tanti progetti da realizzare.
Ad avere possedimenti: vestiti nuovi, orologi, super-car, villa, e belle/bei ragazze/i.
Una vita piena di impegni, scadenze, lavoro, faccende.
Lavoriamo per comprare.
Oggetti, vestiti, cose materiali.
Per mostrare quanto successo abbiamo nella vita e lavoro.
La casa si riempie di cose nuove sempre di più.
Siamo immersi nella cultura del consumismo.
E i primi fautori senza saperlo.
Non appena finisce il corso di qualsiasi cosa possediamo, siamo subito pronti al nuovo acquisto.
In alcuni casi lo shopping, investimenti, e l’uso del denaro per soddisfare i propri desideri diventa una dipendenza.
Alla stregua dell’alcol.
Non riusciamo a svincolarci da questi oggetti materiali e dall’acquisto compulsivo.
Non siamo mai pienamente soddisfatti.
Infatti, dopo un po’ che li utilizziamo, arriviamo alla noia, all’abitudine, e desideriamo qualcosa di nuovo, o il modello successivo, magari più costoso.
E’ la trappola della dopamina, che ha un picco poco prima di un acquisto, e se non lo concludiamo, il calo della stessa ci porta a basso umore e motivazione.
Lavoriamo per essere gratificati da oggetti materiali, vacanze, case, macchine, vestiti, cene.
Il problema è che si tratta di cheap pleasures, ovvero piaceri istantanei, che soddisfano un bisogno egoistico di volersi gratificare.
Più cose abbiamo e più siamo contenti, all’apparenza.
Più cose facciamo, e più ci sentiamo impegnati e degni dell’esistenza.
Lo stesso vale nel lavoro.
Mandiamo tanti messaggi, mail, chat, siamo sempre disponibili e online, facciamo video-call e riunioni, e ci impegniamo in tanti progetti.
Solo così ci si ritiene soddisfatti a fine giornata, facendo il resoconto delle tante attività eseguite, anche in multitasking.
Ci sono però problemi endemici in questo stile di vita moderno, occidentale, consumista e capitalista.
Essendo sempre alla ricerca della cosa nuova, del nuovo progetto, dell’aumento di dopamina, della prossima mossa, e dei futuri obiettivi, in realtà non viviamo il presente, siamo del tutto distaccati.
E la forma migliore come ricompensa dalle mille attività e impegni quotidiani è proprio la gratificazione materiale.
La vera felicità dovrebbe essere duratura, e non di breve tempo.
Potrebbe derivare da un progetto in cui ci stiamo impegnando e concentrando intensamente, non dal portare avanti tante cose insieme.
La mente fluttua e si perde nei pensieri, oberata dai tanti compiti e obiettivi che gli abbiamo autoimposto.
La via del minimalismo: ottenere di più con meno
Il minimalismo, riassumibile con la massima LESS IS MORE, ovvero il meno è di più o meglio, è proprio la risposta alla forma che l’individuo e la società hanno assunto.
Ci si rende conto infatti che avere più cose, lusso, attività e tutto il resto porta alla preoccupazione, ansia, in alcuni casi burnout e depressione.
Ci si preoccupa di poter perdere queste cose: ce ne dobbiamo prendere cura, e portare avanti i progetti avviati.
Questo si tramuta nel famoso stress cronico del lavoratore oberato di compiti e scadenze, o nella felicità fittizia del ricco con tanti possedimenti materiali.
Prima di acquistare qualcosa o impegnarci in un progetto o attività imprenditoriale dovremmo farci un po’ di domande.
Ponderare bene le scelte, esplorare le possibilità.
E’ la pratica dell’essenzialismo, che si applica in tutte le aree della vita.
Ne vale la pena? quanta energia e sforzo mi occorrerà?
A volte siamo offuscati e abbagliati dall’obiettivo finale, senza vedere gli step, le mosse, l’energia e l’impegno che serve per colmare il gap dall’idea al risultato.
Ci hanno insegnato che essere sempre impegnati in qualcosa è un bene.
E allora seguiamo la logica sociale o genitoriale, degli amici, uniformandoci alla cultura predominante del tuttofare.
Ci ritroviamo però sempre più imbrigliati in una serie di compiti che ci fiaccano, in ultima analisi.
E anche il portafoglio ne risente, perché abbiamo deciso di spendere in una casa più bella, macchina più costosa, vestiti più alla moda, cene in ristoranti d’élite.
E ci sono dei costi nascosti, sono dei veri e propri passivi, che tolgono denaro dalle tasche (bollette più ingenti, bollo, spese di mantenimento etc).
La mossa migliore sarebbe ritardare di un po’ la gratificazione per il nostro sacrificio.
Aspettare anche un paio di settimane per vedere se quella cosa che volevamo la desideriamo ancora.
E in effetti, il più della volte era solo una voglia passeggiera, dettata dallo stress della giornata e il bisogno di una gratifica istantanea.
Lo stesso vale per l’alimentazione.
Usiamo il cibo come piacere e gratificazione dallo stress della giornata, ed entriamo in un loop in cui si instaurano delle vere e proprie dipendenze dal cibo zuccherino e artificiale.
Chiediamoci sempre: è fame vera o bisogno psicologico?
E se andassimo alla radice del problema?
In quest’ultimo caso la gestione dello stress.
Lavorare meno e meglio, ritagliarsi i giusti spazi per sé e l’attività fisica, rallentare e fare pause.
Scegliere con dovizia di particolari e cura le attività in cui vogliamo impegnarci, e utilizzare l’approccio massima resa minimo sforzo.
O anche di un grande impegno concentrato iniziale, che porta poi però frutti a lungo termine nel tempo, risultati che si mantengono da soli con la metà del lavoro iniziale.
L’essenzialismo: come iniziare
La via del minimalismo è davvero appagante, per una serie di motivi:
- ci si preoccupa meno
- meno cose e lavoro di mantenimento/gestione
- meno attaccamento materiale (del resto nessuno si porta via quello che ha comprato dopo la morte)
- scelte alimentari più consapevoli e salutari
- più tempo per sé, da investire nel movimento e pratiche di benessere
- meno distrazioni
- meno lavoro, avendo scelto poche attività e progetti ma buoni
- è una scelta d’amor proprio, non egoistica, non dettata da bisogni e desideri del momento
Questo si tramuta in una vera e propria liberazione, sia dal proprio io inquisitore e sfruttatore, che da quello egoistico.
Oltre che da una serie di cose materiali che non aggiungono valore vero alla nostra vita.
Se dirottiamo e incanaliamo la nostra energia nel modo giusto, le gratificazioni vere arriveranno eccome.
Possono essere la stima dei colleghi, dei familiari, del partner, dei clienti, così come l’aver migliorato la vita delle persone con il proprio impegno e lavoro.
Può essere la gratificazione derivante dal tempo scelto per sé stessi: aver dato le giuste pause non porterà che ad una rigenerazione profonda.
La mente è ingannevole, e aspira a tantissime cose.
L’entropia la fa da padrona, e sta a noi organizzare i pensieri, esplorare, ma poi sintetizzare e trarre conclusioni giuste per il nostro benessere mentale e salute.
Per essenzialismo significa per esempio non aprire whatsapp dopo le 17:00, per dedicarsi alla famiglia, tempo libero, e sport.
Significa portare avanti non più di uno/due progetti lavorativi alla volta, imparando a dire NO.
Il no e la negazione sono un’arma potentissima, perché in quel momento stiamo mettendo al primo posto la nostra felicità e non sempre quella degli altri.
Non possiamo accontentare tutti: è una forma di rispetto nei nostri confronti.
Nel mio caso significa rispondere ad un certo numero di mail e solo urgenti, non accettare tutte le richieste di visite per questioni di limiti di capienza, per fare quindi un lavoro di qualità e duraturo sulle persone che seguo.
L’essenzialismo applicato alla vita può significare accontentarsi di quel che si ha, senza bramare a nuove cose, attività e obiettivi.
Essere felici è una scelta vera e propria, a volta ci tiriamo da soli la zappa sui piedi.
Siamo noi a scegliere di impegnarci in mille progetti, essere sempre online, rispondere a tutti i messaggi e mail di continuo, e lavorare fino ad esaurirci.
E’ il nostro io che ce lo comanda, ma possiamo sempre ribellarci, per scegliere la via dell’essenzialismo e minimalismo: la via della salute.
Non c’è gesto più grande d’amore e rispetto nei nostri confronti che:
- dire no
- fare meno e non più
- meno ma meglio
- scegliere la qualità e non la quantità
- mangiare bene
- fare esercizio fisico
La vita frenetica non è che un artefatto, un mostro artificiale della vita moderna occidentale del XXI secolo.
Così come la ricchezza esposta, dai vestiti, alle macchine, al lusso sfrenato, ai ristoranti stellati.
Dobbiamo riempirci di queste cose per colmare e nascondere una vita povera, con poco significato, senza sostanza. Per impressionare gli altri, mentre dentro siamo infelici.
Capita di vedere visi e espressioni spente, tristi, persone in sovrappeso e al telefono, iper-stressati e impegnati dentro la Lamborghini, che non è altro che la loro nuova prigione.
Giusto per fare casa-lavoro e viceversa. Per mantenere quello stile di vita non si può far altro che lavorare tutta la giornata e di più.
Con la via del minimalismo puoi riscoprire i veri valori della vita:
- semplicità
- relazioni autentiche
- tempo in natura
- vita lenta
- cibo vero
- osservazione e contemplazione
Possono dare molta più felicità che l’ultimo acquisto.
Così come scegliere meno lavoro, ma più concentrato e intenso, fanno parte della scelta che caratterizza l’essenzialismo.
Lungi da queste lettera e dal mio pensiero, quello di spogliarsi di tutti gli averi, donarli ai poveri e vivere da eremita nella povertà.
Al contrario, avere un bell’aspetto e abito, una bella apparenza e tanto altro ha i suoi benefici e pro.
Ben venga se possiamo permettercelo, tuttavia non deve essere la controparte di una vita di stress e insoddisfazione.
Se si raggiunge il giusto equilibrio va benissimo sapersi gratificare, ma ora con una nuova consapevolezza, magari ritardando, ponderando di più e valutando se è l’azione corretta da fare.
In pratica la via del minimalismo porta ad avere la felicità nelle piccole cose, gesti, pensieri, parole e rapporti.
Quando si arriva a trarre piacere da questi elementi di base, come una bella corsa, camminata o pedalata in natura, allora si è nella direzione giusta.
Non servono serate esilaranti per il godimento, né cambiare ragazza/o, macchina o progetto dopo poco.
Il tempo in natura può rigenerarti, e se stai combattendo con mille pensieri che frullano nella mente, consiglio un trekking in silenzio nel bosco, magari questo weekend.
E durante lo stesso concentrati sul presente, gli elementi del bosco, i suoni della natura, il tempo con gli altri, senza parlare di te e tutti i tuoi progetti, o di quello che hai fatto nella settimana precedente.
Questi momenti vuoti in apparenza donano tantissima energia, ricaricano corpo e mente.
Così possiamo fare scelte più ragionate e consapevoli per la nostra felicità e futuro.
Dott. Samuele Valentini