“Devo impegnarmi in quel che riguarda me e non in quello che la gente pensa.”
Ralph Waldo Emerson
La frase di questo scrittore racchiude un messaggio molto potente.
La grandezza o la mediocrità della nostra vita dipendono dalla capacità di rimanere fedeli a noi stessi.
Anche contro le aspettative degli altri.
Applicare questo paradigma è difficile, ma è il fondamento di una vita autentica.
Viviamo in una società in cui c’è sempre qualcuno pronto a dirci quali sono i nostri doveri, cosa dobbiamo fare o chi dobbiamo essere.
I professori, gli amici, i parenti, i genitori, il partner, lo Stato, la Chiesa, le istituzioni, usi e costumi, la cultura vigente.
Quest’ultima si chiama Zeitgeist, lo spirito del nostro tempo, e non teniamo conto che in realtà esso è in continua evoluzione e cambiamento.
Ogni epoca ha il suo Zeitgeist, che influenza i nostri valori, scelte e il modo in cui viviamo.
Essendo in continua evoluzione dovremmo rinnovarci anche noi.
Non dare per certo e scontato il contesto in cui viviamo.
I problemi dell’omologazione
La pressione sociale può portarci a seguire il gregge.
Così abbandoniamo la nostra individualità per conformarci a convenzioni o aspettative che non ci appartengono davvero.
Non bisogna intorpidire la fermezza del nostro carattere.
Esistono seri problemi in chi cerca l’omologazione e il conformismo.
Molti di noi cadono nella trappola di una vita piatta e omologata, dove:
- La mancanza di autostima ci spinge a cercare sempre l’approvazione esterna.
- La riprova sociale e la competizione sono i criteri più comuni per misurare il valore personale.
- Ci adattiamo ai dogmi del capitalismo: importante è essere produttivi, seguendo spesso routine che minano la nostra reale volontà.
Questa è la condizione dell’ultimo uomo, descritto da Nietzsche in Così parlò Zarathustra: una vita priva di aspirazioni autentiche, dettata dalla paura di distinguersi (puoi leggere la mia lettera sul vero superuomo)
Dietro le nostre azioni spesso non ci sono obiettivi ben definiti. Diventa un crogiolarsi qua e là in cerca di soluzioni vane ai nostri problemi.
Vogliamo dimagrire e seguire una dieta per avere un fisico più estetico e bello. E’ questo che si ricerca di più, non per una vera educazione alimentare.
La reale motivazione non è la salute, come spesso viene invece dichiarato in un incontro con un professionista sanitario.
Facciamo sport per metterci in mostra, competere, misurarci con gli altri, o perché è la disciplina che va di moda in quel momento.
Conformarsi a ciò che gli altri si aspettano significa tradire sé stessi, come sottolinea Ralph Waldo Emerson nel suo libro “Fiducia in sé stessi”.
Quando viviamo per soddisfare i criteri altrui, sacrifichiamo la nostra unicità e la possibilità di scoprire chi siamo realmente.
La mancanza di fiducia in sé ci fa perdere il controllo della nostra vita, rendendoci schiavi delle opinioni esterne.
Questo processo non solo genera insoddisfazione, ma indebolisce anche il nostro spirito creativo e la capacità di affrontare le sfide con determinazione.
Dovremmo vivere invece secondo la nostra natura e inclinazione, perseguire la verità, la giustizia, e i valori che ci stanno più a cuore.
Ognuno è diverso e oggi è più vero come non mai.
Lo è non solo dal punto di vista nutrizionale, salutistico, intellettuale, ma anche spirituale.
Chi siamo davvero?
Spesso ce lo dimentichiamo, e qualcuno se l’è già dimenticato.
Per questi ultimi: proviamo a ricordare cosa facevamo da bambini, il nostro carattere, a cosa ci piaceva giocare e frequentare, in quale aspetto eccellevamo e in cosa no.
Il vero problema insorge con la convenzione della vita adulta, in cui abbiamo soppresso la nostra individualità, in favore delle “cose da grandi”: lavoro, famiglia, obiettivi di carriera etc
Sopprimendo la parte più emozionale e goliardica che alberga in noi, ci siamo traditi da soli.
La frase: “non prendiamoci troppo sul serio” potrebbe giovare a molti.
La serietà è pesantezza, e non significa certo non avere o assurgere a responsabilità della vita adulta.
Dobbiamo perseguire il dogma capitalistico e mostrare quanto guadagniamo, siamo bravi nel lavoro, la nostra macchina, casa, partner, cane, gatto, ma non perché lo vogliamo veramente.
E’ questo il punto fondamentale: solo perché sembra che quasi tutti aspirano a questo tipo di vita, allora anche noi dovremmo.
Per ritrovarci fiaccati nel tentativo di omologazione, troppo adulti, seri, goffi, sedentari, magari in sovrappeso, senza autostima.
Secondo questi individui il metro di misura del successo personale non è il proprio ruolo nel mondo e per gli altri, l’espressione della propria individualità e creazione, bensì il confronto con le altre persone.
Siamo soddisfatti solo quando ci troviamo un passo avanti agli altri, e spesso quelli vicino a noi, che siano amici, colleghi o parenti.
Vogliamo superarli nel gioco della vita, e dimostrarlo. Infatti non appena se ne presenta l’occasione, siamo pronti a dare il massimo.
Vi è mai capitato di parlare con una persona che vi racconta vita, morte e miracoli di sì sé stessa, obiettivi, fatturato e quant’altro, magari al primo incontro, senza mai averla vista o parlato prima di quel momento?
Alcuni potrebbero pensare: “Dovrei essere come lui o lei, o anche meglio” .
Riformulate piuttosto in questo modo: “La sua vita è talmente povera di soddisfazione, che la cerca costantemente nel mostrarsi agli occhi degli altri, che miseria d’animo!”
Se infatti fosse soddisfacente davvero, non si cercherà in tutti i modi di palesarlo, bensì saremo in pace con noi stessi.
La fiducia in sé di cui parla Emerson è l’esatto opposto dell’individuo che inizia ogni frase con “Io”: “io faccio questo, quello, ricopro tal ruolo, pratico sport, faccio questa dieta etc”
Il suddetto modo di porsi in realtà non è altro che un mero tentativo di approvazione: in base alla parola ed espressione altrui, decideremo come procedere.
Nel mio lavoro sono il primo a rendere indipendente il paziente dalla malattia e dai farmaci, con la prevenzione. Così come dal programma dietetico, che non deve essere seguito per fare un piacere al terapeuta, ai propri cari, partner, o per mostrare quanto si è bravi nell’impegnarsi in un compito.
La frase tipica dello sportivo o paziente è: “Quando mi impegno in qualcosa, sono testardo/a e la ottengo, in qualsiasi area, e qui farò lo stesso, come un soldato.”
Con il tempo tutto funziona, diventano poi però schiavi e vittima di quello stesso programma dietetico, integrazione, allenamento e nuovo status (ho scritto un articolo a riguardo: “Le calorie non contano: conoscere l’alimentazione”)
Anche il nuovo status fisico raggiunto può imprigionare. Se non lo volevamo veramente, ci ritroveremo a dover continuare in questa folle ricerca della forma fisica, con la paura che al primo giorno di dieta o allenamento che salta avremo perso tutti i progressi.
E da qui si sprofonda nel baratro, tanto oramai si è fatto il danno, e tendiamo ad amplificarlo. E così sarà per i prossimi giorni e mesi, fino a che si torna alla condizione di partenza o anche peggiore.
Perché si verificano gli yo-yo con il peso? Perché le persone combattono sempre con il mantenimento dei risultati raggiunti, come può essere un dimagrimento?
Non sarebbe più facile cambiare le proprie abitudini una volta per tutte?
Dopo aver ottenuto una nuova condizione infatti subentra il vuoto, e non si prova vera soddisfazione e gioia per i risultati ottenuti. Andiamo alla ricerca subito del prossimo obiettivo, senza avere una logica nelle nostre azioni.
La via dell’anticonformismo
Identifico il problema ancora una volta nella mancanza di indipendenza, carattere, fiducia in sé e nei propri mezzi, nella volontà di conformarsi e omologarsi alla società vigente.
Quella della prestazione, fitness, diete, fisici perfetti, allenamenti, trasformazioni: “Yes, we can”!
Nei giovani la tecnologia, gli smartphone e i videogames hanno sostituito le relazioni umane, lo sport all’aria aperta e una vita semplice.
Sono stati derubati della loro autostima, libido e motivazione.
Queste facoltà si formano sul campo, nella vita reale e non virtuale, con l’allenamento all’indipendenza.
Al contrario questi strumenti tecnologici creano dipendenza, come succede con la pornografia.
Sviluppare una dipendenza è un grande problema, ci rende schiavi e incapaci di tirarcene fuori. Nel mio caso osservo quella dal cibo industriale ricco di zuccheri e grassi.
Non solo in campo alimentare, droghe, alcol, videogames.
Parlo anche della dipendenza da persone, cose, oggetti, lavoro.
La risposta sta nel coraggio di essere anticonformisti.
Significa:
- Avere fiducia in sé stessi e nella propria visione, anche quando è diversa o incomprensibile per gli altri.
- Creare i propri valori e dare un significato personale alla vita.
- Seguire percorsi non convenzionali, mettendo al centro il proprio benessere e realizzazione.
Prima di pensare al prossimo, alla fame nel mondo, alla guerra, ad aiutare gli altri in qualsiasi modo, bisogna aiutare noi stessi.
Non siamo mai stati giudicati da qualcuno che predica bene e razzola male? E’ la stessa identica cosa che stiamo facendo con noi stessi.
Prima di consigliare agli altri cosa è giusto e dovrebbero fare o comportarsi, pensiamo al nostro modo di vivere e cerchiamo di migliorarlo in prima battuta.
Da che pulpito arrivano certe raccomandazioni: basta riflettere e accorgersi di quanto alcuni siano bravi nell’indicare la retta via per le persone intorno, e molto poco per loro stesse.
Risolvere i nostri conflitti e crisi, liberarci da certe dipendenze, diventare anticonformisti e promotori dei propri valori.
Lasciamo venir fuori chi siamo davvero senza paura del giudizio.
Justin Welsh, una personalità influente online, ha lasciato il suo lavoro strapagato da CEO di una startup a New York, per vivere una vita secondo i suoi valori, per la famiglia, sport e benessere.
Non bisogna avere timore di esprimere sé stessi e le proprie opinioni, e promuovere la propria attività, anche online: brand, lavoro, pensieri e idee. Le persone in ogni caso ti odieranno, ameranno, seguiranno, ignoreranno. Ti giudicheranno, che tu faccia o non faccia nulla. Nel primo caso per quello che hai fatto, nel secondo per quello che non hai fatto.
SAMUELE VALENTINI
I benefici di una vita indipendente
Scegliere l’anticonformismo e la fiducia in sé stessi porta a:
- Indipendenza da giudizi e aspettative altrui.
- Autostima e felicità perpetua.
- Relazioni autentiche e appaganti.
- La realizzazione di una vita piena, vissuta secondo i propri valori.
Conserva la tua individualità e impara a fidarti di te stesso.
Non esiste altro modo per costruire una vita che valga davvero la pena vivere.
Solo quando saremo in linea con i nostri ideali, avremo risolto la crisi interna, che sia di salute, intellettuale, o esistenziale, potremo pensare al prossimo e bene comune.
Diventare bravi nel nostro operato e raggiungere gli obiettivi desiderati.
Infatti c’è una grande differenza tra quelli imposti (anche autoimposti) e quelli che desideriamo con tutto il cuore.
Se ti hanno imposto un certo percorso di studi, fai ancora in tempo a cambiare.
Se ti sei imposto un certo lavoro, puoi ancora variare attività.
Se sei costretto a far parte di una determinata compagnia, fai ancora in tempo a trovarne un’altra.
Se segui un certo credo o religione per convenzione, fai ancora in tempo a rinnegarla.
Questo approccio si applica ad ogni sfera della vita.
Lo vogliamo veramente?
La risposta dovrebbe essere: “HELL YEAH! Assolutamente sì, non vedo l’ora e ne sono entusiasta.”
Quando ho letto il libro di Emerson mi sono ritrovato in pieno nella sua visione.
Mi era già capitato approfondendo la filosofia di Nietzsche, l’autore tedesco che più ha cambiato il modo di pensare delle persone nella sua epoca.
Non a caso il secondo ha tratto buona parte della sua ispirazione proprio da Emerson.
La mia vita stessa è l’emblema di indipendenza e anticonformismo.
Mi sono sbattezzato all’età di 17 anni, facendo studi personali sull’antico testamento e la nascita del cristianesimo.
Ho deciso di smettere di giocare a calcio alla stessa età, quando tutti i miei coetanei erano calciatori, per approfondire gli studi e praticare ciclismo e triathlon.
Ho deciso di rimanere nella stesso liceo, classe e scuola dopo aver perso un anno in quarta superiore, per il troppo allenamento, con gli stessi professori giudicanti, per dimostrare il mio valore. Uscito da lì, conseguii due lauree con il massimo dei voti.
Da bambino ho deciso di migliorare nel calcio perché l’allenatore mi lasciava sempre in panchina, e non ho cambiato sport come invece mi aveva raccomandato. Anzi, anni dopo ho raggiunto il campionato nazionale professionistico, la primavera di squadre di serie C.
La maggior parte dei colleghi nutrizionisti usa la dieta mediterranea, e se ci si discosta da questo approccio dietetico vieni attaccato. Ho invece approfondito dieta low-carb, chetogenica, tradizionale e sportiva, ottenendo grandissimi risultati con le persone seguite, e usando un approccio ad personam.
L’ultimo articolo dalla newsletter riguarda la nutrizione su misura.
Ho fondato la prima realtà di integrazione di organi bovini in capsule in Italia, Carnivore Company, per il loro potere nutrizionale, in un epoca dove viene incentivata la dieta a base vegetale (plant-based o vegana) e scoraggiato il consumo di carne, promuovendo cibo vero in capsule, al contrario di un’integrazione di origine sintetica.
Ad oggi riforniamo sportivi e persone attente alla loro salute del miglior collagene da mucche al pascolo a solo un ingrediente, testicoli di toro in capsule e molto altro.
Ho introdotto un grasso di cottura rivoluzionario per la salute, derivante da ossa e midollo da mucche che mangiano solo erba dei pascoli, per la sua resistenza al calore e benefici per la salute, il Tallow o sego bovino, a dispetto dei fautori degli oli vegetali e di semi per cuocere gli alimenti.
Uso tecniche di Biohacking sin da giovanissimo, prima ancora che venisse coniato il termine stesso.
Cerco lunghe salite in bicicletta d’inverno (ultimo video del canale Youtube), contro l’abitudine comune di pedalare in pianura per la paura di ammalarsi (lo potete constatare dai commenti nel video).
Ho imparato a resistere al freddo grazie anche alla pratica dei bagni invernali al mare, mentre chi cammina sulla spiaggia vorrebbe chiamare il pronto intervento pensando che abbia qualche problema psicologico. Ho organizzato il primo grande evento guidato di bagno freddo a Rimini, in programma per Sabato 21 Dicembre 2024, partenza ore 9:00 dal Ketobar.
Cammino con scarpe Barefoot (fivefingers, con le dita) spesso per il centro città, con gli occhi addosso di tutte le persone che incontro.
E quindi?
Lo stesso romano Catone il censore consigliava di uscire di casa ogni tanto con vestiti sgargianti e colorati, per abituarsi ad ignorare il parere della gente (un allenamento utilissimo).
E potrei continuare con tanti altri esempi sulla mia vita.
Ci tengo a sottolineare che ho messo per iscritto alcune esperienze personali non per mostrare risultati raggiunti o vantarmi di quel che faccio e ho fatto (le lettere alla mail del resto sono più intime).
Tutt’altro, è solo l’esempio di una persona che vuole vivere in modo indipendente, anticonformista, secondo i propri valori e ideali, con la fiducia in sé stesso.
Se anche tu vuoi sbloccare la vera individualità, combattere la crisi interna, e migliorare in toto come persona, non solo dal punto di vista fisico ma anche intellettuale, continua a seguire questa newsletter perché ho intenzione di approfondire l’argomento.
Investi in te stesso.
Non per bruciarti nel gioco della prestazione.
Per vivere bensì libero da vincoli, dogmi e credenze popolari.
Plasma lo spirito del tempo, lo Zeitgeist che alberga nel tuo profondo.
Ognuno di noi ha un immenso potenziale.
Allora fungeremo da modello per gli altri e la società.