La dieta non funziona.
E’ fine a se stessa.
Mettersi a dieta è la prima cosa ricercata da tutti.
Per un dimagrimento, smaltire i chili di troppo, definirsi.
E anche nello sport, per arrivare al top alle competizioni.
Per poi finalmente tornare a mangiare di tutto, una volta terminato il periodo.
La dieta è secondaria alla sport, e non viceversa.
Viene prima il movimento e l’attività fisica, quindi desidero mangiare bene in funzione di questo.
Il paradigma voglio mangiare bene per iniziare a praticare sport è fallimentare.
E anche ad alto livello.
Sto migliorando: dovrei curare sempre più l’aspetto dietetico.
Ecco che uno stile alimentare sano non sarà più un peso.
Non serve mettersi a dieta.
O meglio è l’ultima spiaggia a cui aggrapparsi.
Può risolvere sicuramente alcuni problemi nella prima fase.
Velocizzare il dimagrimento o la rimessa in forma, se stiamo puntando a competizioni o anche alla salute, estetica, sistemare le analisi o altro.
Lo yo-yo con il peso infatti altera il metabolismo. Siamo fatti per piccole variazioni ponderali.
E’ un grande stress perdere e mettere peso (massa grassa) di continuo e ogni anno.
Potreste pensare: ma non è il tuo lavoro fare diete?
In teoria sì, ma non nella pratica.
E’ solo il mezzo e il catalizzatore degli obiettivi sopra citati, mai un fine.
Intendere la dieta come miracolosa, salva vita, alla stregua di un farmaco è sbagliato.
Spesso negli incontri in studio si finisce di parlare di tutto fuorché di grammi e diete.
La mente controlla le nostre azioni.
Non seguire la dieta: scegli il tuo sport
Se a monte non abbiamo investito sulla ristrutturazione delle nostre abitudini sarà più difficile (ho scritto una lettera su come farlo).
Vale anche per lo sportivo, appassionato, e super atleta.
Apprendere strumenti, tecniche e strategie per gestire nella pratica alimentazione, stile di vita, allenamento, sonno e tutto ciò che ruota intorno a salute e performance è la chiave del successo.
Cosa intendo per successo in questo caso?
Le vittorie personali, il raggiungimento dei propri obiettivi, il mantenimento di abitudini funzionali al nostro scopo o missione.
Dipende cosa vogliamo davvero.
Migliorare nello sport e fare personal best nella corsa o aumentare il wattaggio nel ciclismo, i tempi nel nuoto, aumentare i pesi al bilanciere o in palestra, il numero di trazioni, sbloccare skills?
La mia compagna e futura moglie, Sara, nell’ultimo anno in quasi ogni gara di corsa riusciva a battere il tempo migliore precedente sulla stessa distanza, sbloccando quindi il suo personal best.
E’ proprio nell’ultimo anno infatti che ha cambiato metodo di allenamento, alimentazione, gestione del sonno, integrazione: non sarà un caso.
Tutte queste nuove abitudini le ha consolidate nel tempo, e per lei ora è la normalità correre 100 km/sett., allenarsi tutti i giorni, seguire un iter alimentare e integrativo.
All’inizio invece ricercava il dimagrimento a tutti costi per essere più leggera e correre più veloce.
La risposta in sintesi è stata che la dieta stretta non poteva aiutarla, anzi.
Avrebbe ridotto il suo peso, magari alleggerita ma abbassato la sua potenza, e quindi con lo stesso o più alto rapporto peso/potenza.
O magari le avrebbe scatenato crisi di fame, e fatta cadere nel binge eating, molto comune tra chi si allena a grandi ritmi, ovvero abbuffate di cibo difficili da controllare.
Spesso non è il mangiar poco che fa la differenza, quanto introdurre gli alimenti e nutrienti giusti, di qualità, funzionali alla performance.
Anche molti atleti non riescono a raggiungere il loro fabbisogno calorico, rimanendone al di sotto (non si nutrono abbastanza di fatto).
Mangiare tanto è mal concepito, tuttavia possiamo farlo a tutti gli effetti se il nostro organismo e metabolismo lo richiede, purché si tratti di alimenti sani e naturali, o almeno per la maggior parte della nostra alimentazione.
Così Sara ha raggiunto il suo nuovo personale proprio domenica scorsa sui 10 km al Misano World Circuit, con un tempo di 35 min e 50 secondi, ad un passo di 3:30 al km, finendo anche sul giornale.
Ci tengo a sottolineare un aspetto però.
Anche se faremo tutto giusto, non è detto che avremo un personale o qualcosa di simile (in relazione allo sport) ad ogni competizione o prova sportiva.
La crescita e il miglioramento è spesso esponenziale, ma lento nel processo, ed è fatto di picchi e fasi di stagnazione o plateau.
E’ come se si sbloccasse un nuovo livello, e quello successivo richiede tempo, e il salto in avanti può essere anche importante.
Accade non solo nello sport, ma anche nel dimagrimento, crescita online, business, mercato azionario, crescita professionale e così via.
“Dottore non calo più, dobbiamo anticipare il controllo” è una richiesta comune.
Tuttavia basterebbe continuare ad essere costanti ancora per un altro po’ e il peso tornerà a sbloccarsi senza ulteriori restrizioni.
La nutrizione è pensata per sostenere la nostra spesa energetica, ma se non ci muoviamo e siamo sedentari, tutto il giorno seduti, non facciamo sport, e ci piace il divano, allora non avremo chissà quali necessità di carburante.
Basterà dare il minimo con gli alimenti per il funzionamento del cervello, organi, e metabolismo basale.
Mettersi a dieta in questa condizione è più complesso: bisognerà scendere sotto il basale per vedere risultati tangibili, e spesso le persone ti giudicano in base ai risultati, e li vogliono anche in fretta.
La potenza del movimento: darsi obiettivi sportivi
Consumare meno calorie del proprio metabolismo basale per un lungo periodo può portare in ultimo ad abbassarlo ulteriormente (set point metabolico).
Questo si traduce in una difficoltà a mantenere i progressi nel lungo termine, perché il corpo cerca di risparmiare calorie e bruciarne il meno possibile, venendo da un periodo di carestia.
L’allenamento è alla base di tutto, anche come prima scelta, ancor prima della dieta.
L’ideale sarebbe (come saprete) il binomio dieta sana-allenamento.
Se hai obiettivi sportivi però, diventa tutto più semplice.
Vorrai mangiare bene, adeguato in calorie e nutrienti, per sostenere le tue sessioni, e migliorare nel tempo.
Non lo vedrai più come un periodo di restrizione, carestia, imposizione e rinunce.
E’ solo il tuo nuovo stile di vita e alimentare, e questo non ti pesa affatto in quanto funzionale ai tuoi obiettivi sportivi e/o agonistici.
Il super atleta non pensa neanche alla difficoltà di seguire un certo stile alimentare, routine del sonno, biohacking, ottimizzazione e quant’altro.
Fa parte della sua identità e cambiare questo stile porta ad una sua denaturazione.
Il super atleta non mangia bene e segue certe routine per essere più bello, attraente, l’estetica, né perché va di moda: è tutto funzionale alla sua missione ed obiettivo.
Diventare più forte, resistente, abile, veloce: migliorare rispetto all’atleta di se stesso precedente.
In natura l’elemento dell’attività fisica era imprescindibile per i nostri antenati.
Non era trattabile né tanto meno dovrebbe essere democratico.
Dovresti o non dovresti allenarti, come oggi si crede.
Altrimenti ci saremmo già estinti da un pezzo.
Come potevamo nutrirci nella natura selvaggia?
Come trovare un partner e soddisfare i bisogni sessuali?
Come trovare un riparo o un nuovo insediamento?
Scappare dai predatori?
Affrontare tribù rivali?
Ballare e seguire riti?
Cacciare?
La riposta è semplice: muovendoci.
Se la natura non l’avesse previsto non disporremmo di un paio di gambe, una postura eretta e tanto altro.
Saremmo amebe, o magari alberi.
Per procreare la natura ha previsto il movimento, senza il quale non sarebbe possibile neanche la nascita di nuovi individui.
Pensate quanto è potente l’attività fisica.
A livello biochimico stimola la produzione di Beta endorfine, simili ad una droga.
Come nel sesso esiste il piacere e l’orgasmo, per far sì che la specie possa andare avanti e trovare gratificazione nell’atto procreativo, allo stesso modo il movimento rilascia nel post-allenamento sostanze che creano dipendenza.
Non è un caso incappare nella dipendenza da sport, cioè sportivi che devono fare sempre di più e non riescono più a smettere.
Inoltre vengono prodotte sostanze terapeutiche per il cervello e le cellule, come il BDNF, un fattore neurotrofico.
L’attività fisica conservata (per milioni di anni) che abbiamo fatto di più non era certo la camminata di mezz’ora o il quarto d’ora di cyclette.
Non basta oggi e non sarebbe bastata un tempo!
Erano camminate di endurance aerobiche o corsette alternate a scatti, arrampicate, sollevamenti, trasporto, che duravano più ore al giorno, e spesso tutti i giorni, nelle ore diurne.
Per questo ho attivato il programma super atleta, la serie di newsletter e contenuti gratuiti dedicati a diventare tali.
Tutti dovremmo tornare a diventare atletici, scattanti, agili, leggeri, arrampicatori, sollevatori, atleti di endurance, come un tempo.
La via dell’atleta: ritorno alla tradizione e tecniche di Biohacking
Lo stesso programma mira a un qualcosa di più del ritorno alla tradizione.
Il super atleta sfrutta tecnologia, tecniche di biohacking, medicina potenziativa, scienze antiche (mima-natura) ma anche e soprattutto moderne (biohacking scientifico) per elevarsi dai suoi antenati.
Il ritorno alla tradizione e al passato non basta.
Sarebbe tuttavia già un grande primo passo, che stiamo cercando di raggiungere con Carnivore Company, la prima realtà italiana che permette l’integrazione di organi da mucche al pascolo in capsule (e tanto altro).
Dopo il ritorno al primitivo, e aver assicurato dieta ancestrale ed elementi naturali, come sole, bagni freddi, piedi nudi al terreno, connessioni sociali, riallineamento del ritmo circadiano e altro, ci aspetta l’evoluzione a sportivo, atleta, e infine super atleta.
I soldati e l’esercito sono predisposti alla difesa del nostro paese (e speriamo non ce ne sia mai il bisogno).
E qualcun può pensare che loro bastano e avanzano, devono essere in forma e rimanerlo non è più un problema nostro.
Attenzione però: il super atleta non è un soldato.
Vuole aspirare piuttosto alla massima performance non per combattere, ma per diventare la migliore versione, pronto a difendersi, ma essere degno di chiamarsi umano.
Se altre specie intelligenti dovessero visitare il nostro pianeta e i Paesi Occidentali, in media assumerebbero che la nostra specie è fatta di persone:
grasse, obese, oltre peso, depresse, con poca autostima, libido, ansiose, lavoratrici, sedentarie, con malattie mentali, disturbi alimentari, dipendenze e così via.
Basta guardare i dati di incidenza e prevalenza di alcuni dei disturbi sopra citati.
O fare due chiacchiere con più persone possibili: emergerebbero per la maggiore lamentele, che cela un senso di insoddisfazione.
Lo sport invece ti aiuta a cambiare vita, in meglio ovviamente.
E’ uno sguardo sulla nostra genetica, una medicina naturale.
Ti mette di fronte alla fatica: per ottenere qualcosa bisogna faticare.
La società del comfort va rinnegata.
E’ facile stare sul divano, ordinare cibo, comfort food, guardare la tv, Netflix, giocare ai videogame e così via.
Non è detto che si debbano eliminare tali attività, se a monte siamo persone sportive e felici.
Lo sport ti fa uscire da circoli viziosi e dipendenze negative.
Se nella giusta misura e concezione, dona energia, vitalità, ed è un antidepressivo naturale.
Inoltre è un modo per socializzare, e ricordarci che siamo animali sociali, specie in quegli sport di gruppo o in generale con altre persone.
Poi vorrai mangiare in un certo modo e migliorare la tua dieta e integrazione.
Poi le tue analisi del sangue.
Poi i watt, il VO2max, la soglia, il passo a km, la velocità, la forza, i chili in palestra, il numero di trazioni.
Ti ritroverai ad essere un atleta. E se lo sei già, con le tecniche di biohacking un super atleta.
Questa è la missione.
Se vuoi fare parte di un obiettivo così ambizioso continua a leggere le lettere, guardare video sul canale youtube, e seguire i contenuti sulle pagine.
L’umanità non è debole.
Facciamo in modo di trovarci in forma quando saremo visitati da altri mondi, avranno una buona concezione di noi.
Si troveranno di fronte super atleti e non obesi sedentari o mezzi sportivi depressi.
Oppure saremo noi a visitare altri mondi, grazie alle nostre capacità.
Il vero mondo tuttavia è dentro di noi, non serve esplorare, sfruttare, visitare il pianeta se nel nostro io ed interiorità non abbiamo ancora trovato la pace, missione, visione, energia e spinta alla vita.
Lo sport ti aiuta a velocizzare il processo di crescita interiore.
La felicità non è raggiungere il prossimo obiettivo, e poi quello dopo ancora, ma godere oggi di benessere, sport, cibo vero, relazioni umane e una natura splendida.
Dott. Samuele Valentini