Non serve lavorare troppo per raggiungere i risultati che vorresti.
Questo vale per il lavoro, sport e salute.
L’idea di lavorare più ore possibile per raggiungere una promozione, un obiettivo nella vita, o migliorare la tua performance è un vecchio falso mito.
Un costrutto sociale difficile da eradicare nella cultura della massima produttività del mondo d’oggi.
In questa lettera scopriremo che produttività, efficienza e buoni risultati si ottengono non tanto con la quantità, ma con la qualità.
Dedicare tutta la giornata a lavoro o allenamento non è la soluzione giusta.
Passare 8 ore in un ufficio non è sempre sinonimo di vera produttività, di lavoro portato a termine, di risultati.
La metrica per un buon risultato e successo in un determinato campo infatti non è dettato tanto dal tempo che si passa in quella determinata attività, bensì dalla qualità del lavoro.
Paradossalmente, se la sessione di lavoro o allenamento è intensa, produttiva, senza distrazioni, possono bastare anche solo 3-4 ore a confronto di una giornata intera in ufficio.
O un’ora di allenamento con un lavoro ben strutturato a differenza di tante ore con tante pause e senza scopo.
I nostri genitori, la scuola, gli amici e i parenti, lo stato e la cultura aziendale ci insegnano a dedicare quasi tutta la giornata al lavoro, anche con gli extra, per poter eccellere e avere successo nel nostro campo.
Bisogna iniziare a ripensare in toto alla produttività, per vivere più lentamente, concentrati, e ritagliarsi tempo libero per sè stessi.
Produttività e successo
Perchè un nutrizionista e professionista della salute parla di lavoro e produttività?
Nella newsletter precedente abbiamo capito che salute sociale e mentale impattano sulle scelte alimentari.
Anche in questo caso, la produttività e il lavoro, così come lo stress e il tempo libero hanno un ruolo ancora maggiore nel determinare la salute di un individuo.
La concezione del successo di una persona oggi è basata sul suo lavoro e posizione sociale.
E questo è un problema, perchè non si può misurare il successo solo in base al lavoro, alle ore dedicate della sua giornata a queste attività.
Una villa ed una bella macchina non sono segno di successo, lo sono solo in una micro-area della vita.
Lavorare tutta la giornata, non dedicare tempo a famiglia, sport, benessere e nutrizione, per avere una bella casa e macchina non è segno di successo di una persona, anzi.
Stiamo trascurando quasi tutto quello che conta nella vita (salute, relazioni, famiglia, vita all’aria aperta, esperienze etc) per un’ossessione che abbiamo in testa: lavorare più degli altri, battere la concorrenza, avere successo nel lavoro etc.
Siamo sicuri che sia la strada giusta?
Dedicare giornate intere ed una vita al lavoro non è segno di salute ed equilibrio, parliamone.
E’ solo riflesso di una cultura basata sulla velocità, produttività (non vera), vita frenetica e senza tempo per altre attività essenziali per la salute di un individuo.
Di fatto si diventa persone totalmente sbilanciate, non equilibrate.
Non è un caso vedere persone che si dedicano totalmente al lavoro depressi, insoddisfatti, isterici, in sovrappeso, con aspetto trascurato, spesso divorziati.
Il problema è che l’eccessiva dedizione al lavoro diventa una dipendenza, e si parla di workaholism.
Se non ho lavorato otto ore dentro un ufficio, e se possibile anche più e con gli extra, allora ci si sente irrealizzati, come vuoti, insoddisfatti e ribelli, come se non si avesse fatto il compito per casa.
Di conseguenza, persone che pensano solo alla carriera possono iniziare a trascurare la loro alimentazione, proprio perchè diventa un impedimento ai loro obiettivi professionali, una perdita di tempo.
Per tanto si ordina il cibo più veloce che esiste, senza pensare a quello che il cibo sbagliato possa fare nel corpo.
Ripensiamo al concetto di produttività e successo.
Non è assolutamente la ricchezza materiale, e neanche lavorare chiusi in ufficio tutto il giorno per tutta la vita, per raggiungerla.
Sarà tardi per godersi quei piaceri materiali come una bella casa, macchina o orologio.
Lo stesso vale nello sport.
Capita spesso di andare in over-training, cioè sovrallenamento e allenarsi più del dovuto.
E questa condizione è l’anticamera della perdita dei progressi e il peggioramento nell’attività sportiva che pratichiamo.
La concezione dell’atleta medio è quella di allenarsi il più possibile, magari sempre al massimo dell’intensità.
Si pensa che è sempre meglio allenarsi di più rispetto agli altri, ma si può esaurire il corpo, non recuperare dagli allenamenti, e non avere energia per la performance in gara e allenamento.
Anche in questo caso ci vuole il giusto metodo di allenamento, dedicare tempo alla qualità e non solo al numero di ore, garantire il recupero, sonno e nutrizione funzionale al gesto.
Lo sport dovrebbe rigenerarci, per tornare al lavoro ancora più concentrati ed attivi, non per toglierci tutte le energie.
Il Work-life Balance ideale
Il vero successo è quando una persona trova un ottimo work-life balance, ovvero un equilibrio perfetto tra corretta nutrizione, allenamento, vita all’aperto, con gli altri e nella professione.
L’obiettivo è lavorare meno, meglio, guadagnare di più (se possibile), e soprattutto godersi la vita.
Ancora una volta è un mito che per aumentare i guadagni bisogna sempre lavorare di più. Non c’è sempre questa correlazione e associazione lineare (positiva).
Esistono tantissimi casi di persone che lavorano 3-4 ore al giorno, guadagnano un bel gruzzoletto e al contempo riescono a viaggiare, fare esperienze, sport e seguire una sana nutrizione.
E giustamente molti dei lettori potrebbero pensare: “Sì ok, ma come?”
Esistono tantissimi modi.
Tutto è possibile se lo vogliamo veramente, anche lavorare meno e continuare a vivere una vita degna, anzi prosperare.
Prima di pensare al come iniziamo da subito a ritagliarci del tempo dedicato all’attività fisica, spesa, in cucina, e scelta dei giusti alimenti per il benessere personale e della nostra famiglia.
Di riflesso anche la performance lavorativa e mentale migliorerà.
Smettiamo di vivere una vita frenetica, dalle mille attività frammentate, perché non porta a nulla in ultima analisi.
Solo a stress, bassa motivazione, e soprattutto a pochi risultati.
Quello che conta davvero infatti è la qualità del lavoro che stiamo svolgendo.
Quante volte ci distraiamo e perdiamo l’attenzione per leggere l’ultima notifica di whatsapp, instagram, o per parlare con il collega?
Spesso è un problema insito nelle aziende, dove lavorare in open space condivisi (co-working) non fa altro che accentuare la perdita di produttività.
Se ogni 2×2 interrompiamo le nostre attività, sicuramente ci vorranno le 8 ore in ufficio, se non oltre.
Se ho la possibilità di lavorare in proprio ed essere autonomo, non si detto che si è esenti dal problema.
Anzi, spesso i lavoratori indipendenti finiscono per lavorare anche di più di quelli aziendali, week-end inclusi, perchè si sentono responsabili della propria attività, allo stesso modo gli imprenditori.
Il multitasking è un’attività solo recente, frutto delle dinamiche moderne, che finisce per impoverire le qualità umane e la vera produttività.
Infatti possiamo paragonarci al carica batteria di un telefono.
La soglia dell’attenzione, così come la capacità di concentrarsi non è illimitata, anzi tende a calare drasticamente con l’andare delle attività e della giornata.
Se passiamo gran parte del tempo a rispondere alle mail, ai whatsapp, mandare vocali, parlare con i colleghi e scrollare l’home page dei social, quando sarà il momento di concentrarsi davvero sarà alquanto difficile.
L’ideale sarebbe infatti iniziare con i compiti più lunghi e difficoltosi, che richiedono maggiore concentrazione, nella mattinata, come prima attività del giorno, e senza interruzioni se possibile.
Bisogna allenare la mente e tornare a concentrarsi intensamente e profondamente.
Per farlo si può usare il silenzioso o uso in aereo nel telefono, metterlo distante dalla scrivania, chiudere la porta dell’ufficio e segnalare di non disturbare alle altre persone.
Ora la priorità è finire il lavoro nel minor tempo possibile e con la massima efficienza.
Se così fosse, dedicheremo poi il resto a rispondere a mail e messaggi o parlare con i colleghi, così non andremo ad alterare la nostra capacità di concentrazione.
Questo è già un primo modo per ritagliare più tempo per sè stessi, così da fare sport, scegliere il cibo giusto e cucinare piatti sani e sfiziosi.
Di riflesso ci sentiremo rigenerati dalla sessione di allenamento, che non deve esaurirci, e potremo così tornare al lavoro con le batterie ricaricate, pronti per una nuova sessione di lavoro intenso.
L’attività all’aria aperta e in natura è particolarmente indicata per chi vuole lavorare meno e meglio, come camminate o pedalate nel verde, o anche attività di potenziamento nelle stazioni con le sbarre poste nei parchi o spiagge.
Se ancora non è possibile lavorare meno, iniziamo a interrogarci se è la vita che veramente vogliamo, e se aspiriamo a vivere come stiamo facendo per i prossimi dieci anni.
Se la risposta è no, troviamo delle possibili soluzioni.
Prima di abbandonare il lavoro o fare una scelta azzardata, come ristrutturare la propria attività professionale, è meglio attivare progetti paralleli o side hustle.
Si parla di attività extra che potrebbero sostituire il nostro lavoro un giorno, non troppo lontano, nel momento in cui generiamo guadagni che possono garantire una vita degna e tutte le sue implicazioni oggi.
In alternativa si possono valutare degli accordi per lavorare meno e meglio con i propri responsabili, o trovare un parte-time che permetta di avere più tempo per lo sport, relazioni, esperienze e soprattutto vita all’aria aperta.
Non siamo fatti per vivere all’interno di quattro mura abitative e del lavoro per l’80% della giornata e nostra vita, anzi all’opposto.
Veniamo da popolazioni nomadi che per il 90% del tempo stavano fuori, a cacciare, camminare, trovare cibo nutrienti, insieme agli altri membri della tribù.
Per questo non possiamo sostituire corretta nutrizione, tempo all’aria aperta e al sole, con le giuste relazioni sociali, così come l’attività motoria con un’altra attività seduti per tutto il tempo.
Diventa deprimente e finiremo per ammalarci.
Avviare la trasformazione
Nessuno ci dirà di cambiare, né lo stato, le istituzioni, e nemmeno i nostri amici o familiari.
Se non siamo soddisfatti della vita che stiamo vivendo oggi dobbiamo iniziare un processo di cambiamento, pena lo scadimento delle nostre facoltà fisiche e mentali.
Altrimenti si rischia di diventare alla stregua di robot, in sovrappeso, ammalati sul piano fisico e mentali, senza soddisfazioni e realizzazioni.
Si vive una volta sola e bisogna dare priorità a delle attività essenziali, quali quelle appena menzionate.
Trascurarle porterà a conseguenze infauste, per adesso nascoste e silenti, che come un virus si propagheranno lentamente.
Ci sarà infatti un momento in cui sarà impossibile invertire la rotta.
Farmaci, bassa autostima e motivazione, sovrappeso, una famiglia da sostenere e tutti gli impegni della vita quotidiana risucchieranno le nostre poche energie rimaste, sarà inevitabile continuare questa vita piatta fino alla pensione.
Nel mio caso sono riuscito a garantire questi principi di salute perchè ho notato quanto siano benefici per la mia vita, e di riflesso per il lavoro.
Per farlo ho fornito a segretarie e ambulatori presso cui visito fasce orarie per ricevere pazienti/clienti ben definite, circoscritte, così che non possono contrattare il mio tempo libero.
Ne va della mia salute psico-fisica.
Ricevere a tutte le ore, lavorare nel weekend e avere più clienti possibile è la via migliore per la distruzione, oltre a portare allo scadimento della qualità della propria professione.
Sempre per questo ho impostato anche delle fasce orarie in cui rispondo alle mail e ai messaggi per l’assistenza, e un numero di persone massimo che seguo mensilmente.
Ho deciso di puntare tutto sulla qualità e non sulla quantità, e le persone apprezzano notevolmente quando si dedica la massima attenzione ai loro casi.
Lavorare meno e meglio, per avere poi tempo per i miei allenamenti, condurre imprese sportive, fare una spesa sana e selezionata, passare del tempo con la mia compagna, fare esperienze.
Il tutto senza impattare sul mio lavoro, anzi migliorandone la qualità proprio in virtù di queste attività che ho più volte definito salva-vita.
Non posso dare consigli specifici su come fare per ottenere più tempo libero, sono sicuro che ognuno di noi conosce nel profondo la sua risposta.
Solo che abbiamo paura del cambiamento, per influenze culturali e tanto altro.
Sappiamo che andrebbe fatto ma non lo facciamo, e questo ci addolora e frena ancora di più.
Se non vuoi continuare a mangiare tonno in scatola, lattuga e crackers (ho citato questi alimenti solo perché veloci) devi ritagliarti del tempo.
Cucinare un delizioso pesce al forno con il contorno richiede tempo.
Bisogna recarsi dal pescivendolo, pulire il pesce e sfilettarlo (o chiedere di farlo), selezionare i condimenti giusti come erbette e spezie, preparare il contorno come pomodorini e patate, infornare e attendere la fine della cottura, pulire la cucina e tanto altro.
L’alimentazione industriale esiste proprio per le persone gran-lavoratrici, ma la qualità nutrizionale è scadente e rischiamo di ammalarci nel lungo termine.
Investiamo oggi sui principi di salute.
Basta ossessionarsi con la carriera, questa verrà di conseguenza se il tempo dedito al lavoro è di qualità e con elevata concentrazione.
Garantisco: lavorare meno, meglio, guadagnare di più e al contempo migliorare in salute e sport è possibile.
Con l’indipendenza dal lavoro ed economica, di riflesso posso seguire una nutrizione e vita più sana, ecco perché affrontiamo il tema della produttività e del lavoro.
Continua a seguire la newsletter perché questo sarà uno degli argomento che verranno approfonditi.