La dieta di supposizione è superata.
O dovrebbe esserlo.
Un’alimentazione e integrazione su misura oggi è davvero possibile.
Si può mangiare a sazietà pur curando la qualità alimentare, o seguire un regime generico.
Molte persone aspirano a perdere peso, sistemare le analisi, migliorare la salute e/o la prestazione sportiva.
I metodi classici analisi del sangue, colloquio con il professionista, diario alimentare, peso, altezza e massa grassa etc potrebbero non bastare più.
O meglio, all’inizio è fondamentale partire da basi alimentari solide, sistemare lo stile di vita, iniziare l’attività fisica, o cercare di migliorare nel proprio sport con nutrizione e integrazione.
Tuttavia, una volta raggiunto l’equilibrio, si possono valutare interventi più mirati e specifici, tecniche di biohacking, e un monitoraggio più fine.
Indagini e valutazioni più accurate, grazie per esempio alle scienze omiche.
La maggior parte degli atleti o pazienti faticano con il mantenimento dei risultati ottenuti.
Nel primo caso lo stato di forma e performance ottimale, nel secondo lo stile alimentare e di vita acquisito con tanta fatica.
E quindi finiscono per abbandonare la dieta, riprendere tutti i chili persi con gli interessi, o calare drasticamente le loro performance.
Il dimagrimento o il primo miglioramento è piuttosto semplice da ottenere, quando seguiti da professionisti del settore.
La parte più difficile risiede proprio nel mantenimento a lungo termine di quei primi benefici e routine messe in piedi per i nostri obiettivi di peso, prestazione fisica o salute.
L’educazione alimentare o sportiva è il vero obiettivo.
Anche il lavoro di professionisti che indicano piani di alimentazione, integrazione e allenamento sarà da buttare, inutile, una perdita di tempo ed energia, quando si assiste al drop-out o abbandono del percorso.
Oltre a tornare al punto di partenza, a volte si fanno anche passi indietro.
Da qui l’utilità del follow-up e incontri cadenzati con un nutrizionista o esperto di riferimento.
Questa utilità però è labile, perché non per sempre si potrà essere seguiti con tale frequenza e costanza, sia perché altre persone avranno più urgenza, disponibilità economiche, e impegno generale.
E’ qui che interviene il Biohacking scientifico e automonitoraggio.
E’ il programma diventa medico di te stesso di cui abbiamo parlato più volte in queste lettere (c’è anche un articolo dedicato).
Il metodo Biohacking Scientifico
Cosa si intende esattamente per Biohacking scientifico?
Si intendono metodiche volte alla valutazione dello stato di salute e fisico di una persona, ma anche di trattamento e intervento.
Le prime per esempio possono essere test per l’HRV (hearth rate variability), epigenetici (come l’sdrive), il microbiota intestinale, la genomica, metabolomica (valutazione metaboliti e stato della biochimica cellulare di una persona).
Le secondo possono essere l’earthing che ha spiccata azione antinfiammatoria, i bagni freddi e crio, la sauna, il training ipossico, il nano V, i peptidi, l’ozono, le bioinfusioni, e via dicendo.
Il monitoraggio del paziente / atleta tra un incontro e un altro se fatto con il metodo del biohacking scientifico porta alla realizzazione di quel famigerato mantenimento, e anche miglioramento che tanto si ricerca a livello di peso, performance etc
Un professionista non riesce nella sua pratica clinica e routine a monitorare tutti, e quindi si avvale di figure di ausilio, come il biohacking coach.
Esistono infatti degli strumenti portatili e indossabili, vari device e wareable, in grado di tracciare vari componenti della salute di un individuo: sonno, glicemia, stress, ossidazione, HR, recupero muscolare etc
Questi dati saranno forniti al nutrizionista o prof. di riferimento, e integrati nei vari percorsi nutrizionali e di integrazione, che diventano sempre più personalizzati e ottimizzati.
Se prima veniva consigliata e indicata una dieta mediterranea standard, una volta ascoltata la routine alimentare di un paziente e visto le sue analisi, ora è possibile sapere molto di più.
Il Biohacking coach quindi fa da ponte tra paziente/atleta e professionista della salute, aiutandolo nel follow-up e monitoraggio, oltre che indirizzandolo verso possibili trattamenti di biohacking.
Oltre a questo, il metodo di biohacking scientifico si avvale delle scienze omiche sopra citate per aumentare la qualità di anamnesi e studio dell’atleta o persona che inizia un percorso.
Ora è possibile farlo nella prima clinica di Biohacking in Italia, VIVI Biohacking Clinic.
Presto sarà attivo il mio servizio nutrizionale di precisione integrato con il Biohacking presso il centro.
Ho avuto intanto modo di provare in prima persona alcuni trattamenti, come il training ipossico e Nano V.
Il primo è stato utile per indurre un’eritropoiesi naturale, stimolare cioè il rene a produrre più EPO o eritropoietina autonomamente, che segnala al midollo osseo di produrre più globuli rossi (qui il video del mio training ipossico).
Più globuli rossi significa più ematocrito, che esprime il loro rapporto nel sangue, e quindi più ossigeno ed emoglobina.
Questo si converte in una maggiore prestazione sui pedali, essendo il ciclismo il mio sport di riferimento, molto utile quindi negli sport di durata (endurance).
L’ipossia indotta infatti, o meglio lo stato di carenza di ossigeno (bassa pressione parziale) simula un allenamento ad alta quota, nello specifico sono arrivato a quasi 4000 mt, alternando fasi di ipossia a fasi di normossia.
La ridotta pressione parziale dell’ossigeno quindi mette in moto l’organismo, che per compensare inizia a produrre più globuli rossi.
Rientra nelle tecniche ormetiche di fatto, o di ormesi, come avviene per il bagno freddo.
Gli effetti sono diversi, ma il meccanismo alla base stimolo-risposta è identico.
Nel bagno freddo o crio per esempio il corpo compensa allo stress termico, tentando di “sopravvivere” producendo più adrenalina, cortisolo, dopamina e tanto altro, oltre a mobilitare le riserve energetiche lipidiche e il sistema immune.
Dal mio test HRV, di variabilità cioè del mio battito cardiaco, invece è emerso un ottimo risultato, a riflettere il mio grado di allenamento e alimentazione. In particolare la mia capacità di recupero al danno indotto dall’esercizio prolungato, come il ciclismo, è risultata elevata.
Il ruolo dei professionisti della salute
Non nascondo che il monitoraggio eseguito in questo modo è davvero rivoluzionario, così come lo è la portata del biohacking scientifico applicato a nutrizione e integrazione.
Gli atleti potrebbero giovare immensamente da questo approccio, ma anche persone che vogliono davvero monitorare il loro percorso di dimagrimento o salute.
Nella lettera precedente abbiamo messo in guardia dal diventare il superuomo descritto dal mito americano, dalla sete di longevità e ottimizzazione, che mette a nudo la vita e ci concepisce come macchine.
Abbiamo visto che il superuomo non è solo un individuo che aspira alla massima salute.
La domanda sorge spontanea: perché allora utilizzo queste metodiche avanzate?
La risposta risiede nel fatto che esse non vengono sostituisco al colloquio, all’ascolto, alla presenza fisica.
I dati sono utilissimi per noi del settore, ma non vanno messi al posto di un ascolto vero della persona che abbiamo di fronte.
Tutto questo infatti può essere da remoto: fornendo i device e strumenti indossabili a distanza possiamo continuare a indicare i piani da lontano, online e via call.
Tuttavia ritengo fondamentale continuare a vedere atleti e persone in presenza, perché fa la differenza.
La parte comunicativa, di valutazioni corporee, ma anche di ristrutturazione delle abitudini va fatta vis-a vis, almeno secondo la mia personale opinione.
Se ci trattiamo come macchine che producono solo dati stiamo trascurando la psicologia, la salute sociale, spirituale e bisogno d’ascolto che ogni individuo necessita.
In ultima analisi, siamo molto di più che semplici, freddi, nudi e crudi dati.
Questi servono per migliorare e ottimizzare è vero, ma non trattiamo gli individui alla stregua di macchine performanti.
Ne varrà della nostra salute mentale, sociale e umanità.
Il centro delle città deve continuare a fornire degli studi dove le persone possono affidarsi a persone in sede fisica, alla vecchia maniera. Poi ciò non toglie che si possano usare metodiche e tecniche avanzate come quelle di Biohacking scientifico.
Anche questa newsletter è da remoto, la scrivo da lontano, dalla mia scrivania di casa, di solito al mattino presto, quando tutto è silenzioso e posso concentrarmi, per offrirvi davvero quello che penso senza filtri.
Tuttavia aspiro a incontri fisici, a tornare nelle piazze e luoghi di aggregazione, nel stare in natura, e vivere la vita reale.
Uno di questi incontri per esempio sarà in programma Sabato 21 Dicembre a Rimini.
Insieme alla community, pazienti, sportivi e appassionati faremo una sessione scientifica e guidata di bagno freddo gratuita, insieme a tecniche di Biohacking. Sarà presente anche un docente del metodo Wim-Hof e Biohacker per l’occasione, il Dott. Massimo Filippi, un personal trainer, e anche io stesso.
Sarà al mattino e il punto di ritrovo al KetoBar, nel centro storico di Rimini.
La locandina dell’evento sarà presto disponibile, puoi seguire le storie della pagina instagram Dott. Samuele Valentini se vorrai partecipare.
Dott. Samuele Valentini